DRACULA SENZA CONFINI: IL MANGA #DRCL

Dracula, il romanzo di Bram Stoker, a distanza di quasi 130 anni resta una fonte inesuribile di suggestioni e idee per l’immaginario contemporaneo. I personaggi di quel testo sono stati e sono rimaneggiati, riscritti, modificati in infinite varianti. Sorprende per fedeltà al romanzo e nello stesso tempo per innovazione radicale un manga recente, #DRCL. Uscito a puntate dal 2020 su una rivista giapponese di manga e poi riunito in volumi, è appena giunto in Giappone al terzo volume. Il primo volume è atteso in italiano per le Edizioni BD a settembre 2023.

Le copertine dei primi tre volumi.

I raffinati disegni ci accompagnano in una riscrittura apparentemente figlia del politically correct, con l’inserimento nella classica storia stokeriana di tematiche omosessuali, transessuali ed etniche. In realtà non è la solita presenza obbligata di temi e figure che gli “algoritmi” odierni impongono a sceneggiatori e scrittori (abbiamo già parlato su “Vampyrismus” di esempi a loro modo grotteschi in questo senso). In #DRCL, al contrario, tutto è estremizzato e stravolto, pur rimanendo incredibilmente aderente al testo e allo spirito del romanzo di Stoker. La scelta di proporre personaggi adolescenti come protagonisti, uniti dalla frequentazione di una scuola, è già stata utilizzata da manga e anime diverse volte, ma mai con l’estremismo dissacratore di #DRCL (con tanto di atti blasfemi in una chiesa, per esempio). Le diversità di genere non sono proposte con il mieloso perbenismo di tante serie tv americane, ma con fantasiosa crudezza, al punto da renderle mostruose.

Una tavola dal primo volume.

La vicenda è fatta di continui omaggi al libro di Stoker, anche alla lettera. L’inizio vede il tradizionale arrivo sulle coste inglesi della nave russa Demeter, con il suo carico di casse dal contenuto inquietante. Questo permette a #DRCL di incentrare l’ambientazione ottocentesca in una scuola esclusiva di Whitby, la città costiera che Stoker aveva scelto per l’approdo del vampiro. I personaggi hanno gli stessi nomi del romanzo, ma sono tutti adolescenti o giovani.

I personaggi principali

Mina Murray, con due lunghe trecce di capelli rossi, è un’esperta lottatrice di catch wrestling, goffa e sgraziata, con la passione per la scrittura. La sua amica Lucy Westenra è in realtà il maschio Luke che per uno sdoppiamento di personalità diventa donna di notte: è la prima vittima di Dracula che con i suoi morsi la fa avvizzire. Non mancano Arthur Holmwood, studente aristocratico e vigliacco, e Quincey Morris che qui è un ricco ragazzo afroamericano del Texas dedito a bullizzare Mina. Joe Suwa è il John Seward del romanzo di Stoker, qui trasformato in un giovane fotografo giapponese che vuole fare il medico. Renfield è una suora diventata devota adoratrice di Dracula e tenuta sotto contrallo da Suwa nella sua abitazione. Van Helsing, giovanotto tatuato e sfregiato, fa l’insegnante alla scuola di Whitby. E poi c’è Dracula che ha una caratteristica straordinaria e inedita: ha il controllo del mondo vegetale, oltre a quello animale ben noto. Non solo, in virtù della sua appartenenza all’Ordine del Drago ha la capacità di apparire sotto forma di drago volante (ma alle sue vittime si presenta anche come giovane ballerino dai lunghi capelli corvini).

Il morso di Dracula.

A scrivere e disegnare #DRCL è Shinichi Sakamoto, artista cinquantenne già autore tra l’altro del breve manga Dorachuu (2020), storia del vampiresco amore omosessuale tra due bambini di 10 anni. In Transilvania il giovanissimo Bloody, figlio di Dracula, fa amicizia con l’orfanello Quincey, cieco da un occhio. Bloody è perseguitato dal padre che lo considera un figlio degenere perché si ciba di frutta e beve solo il proprio sangue. Per dare energia all’amico vampiro così che possa sfuggire all’ira di Dracula, Quincey chiede di farsi vampirizzare. L’uno a disagio nel mondo dei vampiri, l’altro a disagio nel mondo degli umani, Bloody e Quincey da allora passeranno 400 anni insieme. Dorachuu, quindi, si presenta come un’anticipazione delle vicende deliranti che Sakamoto propone in #DRCL.

Il figlio di Dracula in Dorachuu.

IL VAMPIRO CON LA SCIMITARRA / 2

Le avventure di Andrej Delãny, il “vampyr” creato nel 1999 dallo scrittore tedesco Wolfgang Hohlbein, continuano dopo i primi sei volumi e si arricchiscono di numerosi episodi fino al 2017. Proseguiamo quindi il censimento della saga Die Chronik der Unsterblichen (Le cronache degli immortali), dopo la prima parte.

Andrej, Abu Dun e Frederic

I TITOLI DELLA SAGA / seconda parte

Der Gejagte (La preda, 2004)
Nel 1565 Andrej e Abu Dun da tre anni vivono a Malta, il primo è Cavaliere dell’Ordine di Malta, il secondo convive con una giovane vedova. Quando giunge notizia di un prossimo attacco turco all’isola, Jean de la Valette, Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri dell’Ordine di Malta, invia Andrej e Abu Dun a Costantinopoli come spie. I due devono affrontare un potentissimo vampiro e scoprono che i turchi hanno grandi forze militari a disposizione. Tornati a Malta, dopo la morte della compagna di Abu Dun i due guerrieri lasciano l’isola alla ricerca di un rifugio più sicuro.

Die Verfluchten (La maledetta, 2005)
Andrej e Abu Dun si trovano nel deserto della Libia quando vengono rapiti da mercanti di schiavi. Tra i prigionieri fanno la conoscenza della nubiana Meruhe che in realtà da millenni è una immortale come loro ed è una dea dell’antico Egitto. Andrej si innamora di Meruhe, sconfigge i mercanti di schiavi e, nella conclusione che si svolge nella Valle dei Re, ottiene anche un ricco patrimonio.

Blutkrieg (Guerra di sangue, 2007)
Si tratta di un volume “speciale” diviso in cinque episodi. Andrej e Abu Dun sono a caccia di un lupo mannaro quando incontrano una ragazza e la accompagnano nel suo villaggio sulla costa. La popolazione è in pericolo per gli attacchi dei licantropici guerrieri Dauga che viaggiano sulla nave “Schiuma nera”. Sconfitti i Dauga, Andrej vuole riportare nella loro patria i cadaveri dei guerrieri uccisi, ma sulla nave due misteriosi corvi fanno risorgere i morti. Andrej e Abu Dun riescono a raggiungere un’isola che appare come un deserto di ghiaccio. In una caverna fanno la conoscenza del giovanissimo Lief e di sua sorella Liftrasil. Andrej è sedotto dalla ragazza, che però si rivela un ragno gigantesco. Nel combattimento, Abu Dun rimane gravemente ferito e rischia di morire. Per salvarlo Andrej chiede l’aiuto della potente strega mutaforma Gryla. Dopo aver passato una notte con Andrej e aver risanato Abu Dun, la strega spiega loro come lasciare l’isola. I due guerrieri si imbarcano su una nave vichinga e scoprono che l’equipaggio è formato da lupi mannari.

Das Dämonenschiff (La nave dei demoni, 2007)
Andrej e Abu Dun sono catturati da un gruppo di norvegesi e portati nel loro villaggio, dove assistono all’assalto da parte di feroci creature. Thure, il capo del villaggio, chiede ad Andrej di aiutare il suo popolo contro gli attacchi di Odino, il dio corvo. Andrej, che nel frattempo si è innamorato di Urd, la sorella di Thure, accetta la richiesta e con i vichinghi combatte una nave di esseri mostruosi e Sleipnir, il cavallo di Odino che è una sorta di ragno a otto zampe. Infine con una spada fatata deve affrontare Loki, il dio norreno degli inganni.

Göttersterben (La morte degli dei, 2008)
Siamo nel 1588. Nel porto di Cadice, mentre l’Armada spagnola sta per dare battaglia agli inglesi, Andrej e Abu Dun proseguono la lotta contro il dio mutaforma Loki. Indebolito da un proiettile avvelenato nella testa, Andrej deve fronteggiare i tranelli di Loki, fino a uno scontro apparentemente decisivo a bordo di una nave diretta in America.

Glut und Asche (Braci e ceneri, 2009)
Nel 1666 Andrej e Abu Dun sono a Londra a caccia di Loki che è sopravvissuto. Incontrano la dea Meruhe e un gruppo di bambini vagabondi, il cui leader dodicenne si chiama Frederic, ma non assomiglia all’omonimo partner di Andrej. Il ragazzino uccide una ragazza e fa incolpare Andrej che viene imprigionato e torturato: il suo aguzzino, Marcus, sostiene di essere un discendente di padre Domenicus. Mentre Londra è in fiamme per il celebre incendio della città, Andrej viene liberato da Abu Dun e Meruhe. Frederic è proprio l’omonimo ragazzo in un nuovo corpo, ma ormai crudele dopo l’incontro con Dracula. Andrej con l’aiuto di Abu Dun e Meruhe affronta i vampiri di Frederic che riesce a scappare. Per accrescere la sua potenza, Andrej mescola il proprio sangue con quello di Meruhe e può così affrontare Loki. In uno scontro sul London Bridge, Meruhe salva Andrej ferendo il cuore di Loki. Andrej scopre che Frederic è in realtà il suo defunto figlio Marius e nel corso della storia si apprende anche che Maria è morta e che il responsabile è Dracula.
Le avventure di questo libro sono state arricchite qualche anno dopo dal racconto lungo Seelenraub (Furto di anime, 2013) ambientato ancora a Londra nel 1666, dove Andrej e Abu Dun devono combattere i Djin e si fa riferimento anche alla spada Excalibur. Il racconto è stato pubblicato per lanciare un successivo volume, Pestmond.

Der schwarze Tod (La morte nera, 2010)
Andrej e Abu Dun sono alla ricerca di Marius/Frederic. Il ragazzo è richiuso in un manicomio su un’isola, con un fedele topo gigante. Marius non solo può possedere le persone, ma comanda i topi che usa per compiere la sua vendetta contro Andrej. Nel frattempo il cavaliere ha una storia d’amore con la bella Corinne e incontra nuovamente Meruhe. Abu Dun, dopo il morso di un topo di Marius, cerca di uccidere Andrej. Nel finale, Meruhe elimina Marius e cade in una fornace.

Der Machdi (Il Machdi, 2011)
Andrej e Abu Dun sono a Costantinopoli dove gli uomini del sultano combattono contro i seguaci del misterioso Machdi, capo di una setta che assume una potente droga per ottenere forza straordinaria. Abu Dun prova quella droga e ne diventa dipendente. Andrej e Abu Dun partono per l’Egitto con Sharif, capo dell’esercito, per eliminare il Machdi e liberare Murida, la figlia del sultano. Nel classico colpo di scena che non manca mai nei volumi della saga, Sharif si rivela il padre di Murida. Lo scopo del sultano era di utilizzare i due immortali per le sue mire di conquista. Nel corso delle avventure, Abu Dun perde una mano e Murida è ferita a morte: per salvarla, Andrej la rende una immortale. Mentre Murida diventata vampira semina vittime, Andrej e Abu Dun riescono a fuggire.

Pestmond (Pestilenza, 2013)

E’ il 1669. Abu Dun è morto per la droga del Machdi e Andrej accetta la proposta di un misterioso personaggio, Hasan as Sabah: l’uomo riporterà in vita Abu Dun se Andrej in cambio uccide Papa Clemente IX. Abu Dun risorge e con Andrej, Hasan e la figlia Ayla partono per Roma. A Jaffa, però, sono attaccati da morti viventi che mordono Andrej, contaminandone il sangue. Dopo innumerevoli vicissitudini in mare e su un’isoletta, scoprono che Hasan as Sabah è in realtà il Papa.

Nekropole (Necropoli, 2013)
Tornati a Roma, Andrej e Abu Dun (che ha sostituito la mano perduta con una protesi di ferro) trovano la città assediata dai morti viventi. Il Papa, alias Hasan, è stato rapito con Ayla e i due immortali si mettono alla sua ricerca. Raggiunta la necropoli sotto il Vaticano, combattono gli zombi che si rivelano creati da Ayla: Andrej e Abu Dun devono eliminare la ragazza.

Dunkle Tage (Giorni bui, 2017)
A Roma, Andrej e Abu Dun sono aggrediti in un’imboscata, ma gli uomini del cardinale Altieri li salvano. Come ricompensa, il cardinale vuole che i due immortali vadano in missione segreta nella città di Hamblen, dove infuria la peste. In città, Andrej e Abu Dun devono affrontare cavalieri misteriosi e creature mostruose che rapiscono i bambini. Hamblen (che ovviamente allude a Hamelin, la città del pifferaio magico secondo la fiaba) è infestata da topi aggressivi contro i quali devono battersi i due guerrieri immortali. Attualmente è l’ultimo libro della saga, senza però che contenga una conclusione. Non è escluso un seguito.

GLI IMMORTALI MULTIMEDIALI

Quasi tutti i romanzi della saga Cronache degli immortali sono stati trasformati in audiolibri (in lingua tedesca) da Egmont, Bastei Lübbe e Audible Studios.

Copertine di due edizioni degli audiolibri per Der Vampyr

I primi tre romanzi della saga hanno avuto una trasposizione a fumetti, elegante e di successo. I testi erano di Benjamin von Eckartsberg, fedele alle storie originali quasi alla lettera. Il primo episodio aveva disegni di Thomas von Kummant, mentre i due seguenti di Chaiko, con un accurato uso del colore. Le tre avventure a fumetti sono state pubblicate anche in Italia, nel 2015, da Editoriale Cosmo in tre albi: L’abisso, Il vampiro, Il colpo di grazia.

Tavole dai fumetti ispirati alle Cronache degli immortali

I personaggi delle Cronache degli immortali sono stati rielaborati per un’opera rock, Blutnacht, che ha debuttato nel gennaio 2012 al Pfalztheater di Kaiserslautern. Il gruppo progressive metal Vanden Plas, del quale Wolfgang Hohlbein è un fan, ha scritto per la messa in scena 19 canzoni. La Frontiers Records ha poi pubblicato due album con i brani dei Vanden Plas, Chronicles of the Immortals – Netherworld (Path 1) nel 2014 e Chronicles of the Immortals – Netherworld (Path 2) nel 2015.
Il libretto dell’opera rock era scritto dal cantante dei Vanden Plas, Andy Kuntz, insieme a Hohlbein e a Dieter Winkler. Lo spettacolo riproponeva vicende e personaggi delle Cronache degli immortali, mettendo in scena anche molti combattimenti con la scimitarra.

L’opera rock Blutnacht


In occasione dell’omonima opera rock, Hohlbein ha scritto con Dieter Winkler un romanzo, Blutnacht (Notte di sangue, 2012), che permette di capire i rimaneggiamenti della storia per la messa in scena a teatro. Le avventure comparse in diversi volumi della saga sono sintetizzati e modificati. Andrej Delany e Abu Dun si separano: il primo va in Transilvania sulla tomba del figlio Marius, mentre il secondo è in viaggio per Londra alla ricerca di Frederic che è diventato il capo dei bambini di strada agli ordini del dio Loki. Andrej è attaccato da un misterioso cavaliere nero ed è ferito gravemente. Compaiono la sua amata Maria e suo fratello Domenicus, l’inquisitore. Domenicus salva Andrej con un elisir, che però perde l’immortalità. La dea Meruhe propone ad Andrej di diventare un dio, ma in cambio deve rinunciare alla sua umanità e a Maria. Quando Andrei sta per accettare il patto, Abu Dun lo ferma.

Andrej e Maria in Blutnacht

IL VAMPIRO CON LA SCIMITARRA

Wolfgang Hohlbein, nato a Weimar nel 1953, è uno degli autori tedeschi di fantasy e fantastico più noti in patria, ma che vanta anche innumerevoli traduzioni in tutto il mondo (dichiara di aver venduto più di 40 milioni di copie). A lui si deve una lunga saga incentrata sul guerriero transilvano Andrej Delãny, immortale vampiro. Una ventina di titoli, per migliaia di pagine (molti volumi si aggirano tra le 500 e le 700 pagine), che si sono estesi ad altri media: l’audiolibro, il fumetto, il teatro.

Illustrazione di Peter Popken ispirata al vampiro Andrej

I vampiri sono ricorrenti nella infinita produzione di Hohlbein. Probabilmente il primo riferimento al vampirismo compare all’interno di una lunga saga, nota in Italia come “Il ciclo dello stregone”, arrivata a una sessantina di episodi, ambientata nell’universo di H.P. Lovecraft e firmata inizialmente con lo pseudonimo collettivo Robert Craven. Tra gli innumerevoli volumi della serie, infatti, c’è Die Chrono-Vampire (I cronovampiri, 1985; trad.it. All’ombra della bestia in W. Hohlbein, L’orma dello stregone, Armenia, 2008), mentre un altro romanzo in tema, singolo, è Dunkel (Buio, 1999), dove Vlad Tepes Dracula, vampiro, miete vittime nella Germania di oggi: il personaggio, però, non ha riferimento con il Draculea che comparirà nelle Cronache degli immortali. L’argomento vampiresco è anche al centro di Unheil (Malvagità, 2007; trad. it. I seguaci del vampiro, Newton Compton, 2009), con uno psicopatico serial killer definito “Il Vampiro del Reno” e un misterioso Vlad che contatta la polizia vestito da Dracula.
Nel 1999 si avvia la saga Die Chronik der Unsterblichen (Le cronache degli immortali), dove si raccontano le avventure di Andrej Delãny. Nel primo romanzo della saga non compare mai la parola “vampiro” per descrivere la condizione di Andrej e i suoi strani poteri. Solo con il secondo episodio si afferma che Andrej è un “vampyr” e il termine sarà utilizzato correntemente in tutti i libri successivi.
I vampiri delle Cronache hanno caratteristiche precise: bere sangue di altri vampiri dà loro una forza straordinaria; con i loro sensi acuti possono percepire la presenza di altri vampiri; possono assorbire energia dalle loro vittime anche senza morso.
La saga presenta “luoghi comuni” ripetuti sostanzialmente in ogni libro: un continuo susseguirsi di descrizioni dei combattimenti tra i due eroi della serie e i loro avversari; un momento quasi immancabile in cui Andrej è catturato e torturato; la lotta dello stesso Andrej contro i suoi istinti vampireschi e la sua ostinazione nel negare sempre l’esistenza dei vampiri; infine un cliffhanger in chiusura dei volumi per preannunciare il libro successivo.

Solo i primi tre volumi della saga sono stati tradotti in italiano.

Dal fumetto Il vampiro

I TITOLI DELLA SAGA / prima parte

Am Abgrund (Nell’abisso, 1999; trad. it. Nell’abisso, Editrice Nord, 2005, poi ristampato per Tea con il titolo Il sangue del cavaliere)
XV secolo. Andrej Delãny dopo un lungo esilio torna a Borsã, il suo villaggio della Transilvania. Gli abitanti sono stati sterminati o deportati dall’esercito dell’inquisitore Domenicus e tra le vittime c’è anche Marius, il giovanissimo figlio di Andrej. L’unico scampato è Frederic, un ragazzino amico di Marius. Con lui Andrej parte nella speranza di salvare i prigionieri, e giunge nella città portuale di Costanza. Nel corso del viaggio i due sono aggrediti, ma Andrej guarisce quasi istantaneamente da ogni ferita o ustione. A poco a poco sarà evidente che si tratta di un immortale, con capacità straordinarie sin dall’infanzia: proprio quelle sue inquietanti stranezze avevano provocato il suo allontanamento da Borsã. In città Andrej si innamora di una ragazza misteriosa, Maria, ma scopre che è la sorella dell’inquisitore Domenicus. Durante uno scontro con gli uomini dell’inquisitore, Frederic ferisce gravemente Domenicus, provocando la disperazione di Maria. Dopo un tentativo di fuga, Andrej è catturato dal duca di Costanza. Mentre Andrej è prigioniero, il cavaliere Malthus gli dice di essere un immortale come lui. Dopo che gli ha spiegato come si può uccidere uno di loro, Malthus affronta Andrej in un duello violento, vinto da quest’ultimo. Bevendo il sangue della sua vittima Andrej si rinvigorisce e fugge. Il duca è ucciso da Frederic, che si rivela a sua volta un immortale. Andrej ha appreso che i superstiti di Borsã sono prigionieri sulla nave del mercante di schiavi africano, il gigantesco Abu Dun: con il ragazzino, Andrej decide di inseguire lo schiavista.

Der Vampyr (Il vampiro, 2000; trad. it. Il principe Vlad, Editrice Nord 2006)
Andrej e Frederic giungono a bordo della nave di Abu Dun che sta risalendo il Danubio. Un vascello nero, comandato da un cavaliere che indossa un’armatura rosso sangue irta di punte, dà alle fiamme la nave: soltanto Andrej, Frederic e Abu Dun riescono a salvarsi. A terra, si trovano coinvolti nella guerra tra i soldati turchi e gli uomini del cavaliere rosso, il principe Vlad Tepes, detto Dracula. Catturati dal principe, apprendono che Domenicus e Maria sono suoi ospiti e chiedono che Andrej sia consegnato a loro. Per lasciarli scappare, il principe chiede ad Andrej e Abu Dun di uccidere il sultano. I due accettano, aiutati da Vlad, una guardia del principe. Ma Vlad propone ai due guerrieri di eliminare il principe, a suo parere diventato un mostro. E’ una trappola: Vlad in realtà è proprio il principe Dracula che ha come scopo di ottenere l’immortalità dai vampiri. Dracula fa decapitare Domenicus, sevizia Maria, ma è ucciso dai turchi. Il suo spirito si impadronisce di Frederic che ora è spietato e assetato di sangue: “Cos’avevano creato?” è la domanda che chiude il libro.

Copertine dell’edizione francese e di quella italiana per Der Vampyr

Der Todesstoß (Il colpo di grazia, 2001; trad. it. Il rogo dell’inquisitore, Editrice Nord 2006)
Dieci anni dopo la precedente avventura, Andrej sta attraversando l’Europa con Abu Dun per ritrovare Maria. In un villaggio della Baviera salvano una ragazza dal rogo degli inquisitori e Andrej capisce che è come lui, una vampira. La ragazza, però, soffre di una grave febbre e muore, dopo aver rivelato che la Puuri Dan, un’anziana donna cieca, conosce il segreto degli Immortali. Andrej scopre così che i vampiri possono essere uccisi da una malattia. Andrej e Abu Dun giungono al villaggio di Trentklamm, dove sgominano i lupi mannari che infestano il paese.

Der Untergang (La caduta, 2002)
Un anno dopo, Andrej e Abu Dun stanno ancora cercando la Puuri Dan. La trovano nella Germania centrale, ma non ha nulla da rivelare. Sua figlia, Elena, è a capo di una covata diabolica e viene uccisa da Andrej. Abu Dun è trasformato in vampiro e continua il viaggio con Andrej.

Die Wiederkehr (Il ritorno, 2003)
Vienna, 1529. Sono passati molti anni dall’ultima avventura. Andrej e Abu Dun arrivano nella città per trovare una spiegazione alla loro condizione di vampiri, ma si trovano coinvolti nell’assedio da parte dei turchi. Difendono Vienna e apprendono che altri vampiri stanno mietendo vittime. I due si scontrano con i turchi e i vampiri, tra i quali trovano Frederic, sempre posseduto dallo spirito di Dracula, ma Andrej non ha la forza di ucciderlo.

Die Blutgräfin (La Contessa Sanguinaria, 2004)
Ancora nel 1529. Alla ricerca della scomparsa Maria e di notizie sull’origine dei vampiri, Andrej e Abu Dun giungono in un piccolo villaggio ungherese, dove avvengono orribili omicidi. Si dice che la responsabile sia una donna misteriosa, chiamata “La Contessa Sanguinaria”. Un incantesimo fa credere ad Andrej che la contessa sia la sua amata Maria, ma è solo un’illusione.

(continua)

VAMPIRI SERIALI E MULTIMEDIALI

C’è una parentela forte tra il vampirismo e una particolare forma di comunicazione e narrazione: la serialità.
“Ripetizione seriale e fascino reiterato sul pubblico-spettatore affratellano il vampiro e il serial”. Così scrivevo nell’ormai lontano 1985 in Il libro dei vampiri (Dedalo). E aggiungevo questi elementi: “La reiterazione degli eventi, tuttavia sempre differenti nella loro evoluzione, è tipica della serialità, dai romanzi d’appendice ai serial del cinema degli anni Dieci (come Les Vampires di Louis Feuillade, del 1915), ai telefilm. Tutte le puntate sono in fondo uguali a se stesse, ma le somiglianze tra le puntate sono rese irriconoscibili da mille espedienti e mascherature. ll colpo di scena è sulle prime inaspettato, poi, alla decima puntata è facilmente prevedibile. Eppure ciò non diminuisce il rapimento dello spettatore. Il serial, infatti, può essere ricondotto a un’altra delle fonti narrative del vampiro, la fiaba. Il bambino ascolta la stessa fiaba innumerevoli volte, e innumerevoli volte la richiede, anche se sa a memoria come va a finire. Ogni volta la fiaba riacquista il sapore del nuovo, e il bambino non si stanca di ascoltarla. (…) Questo fascino della ripetizione è stato ben capito dagli astuti manager della casa produttrice Hammer, negli anni Sessanta. La loro interminabile serie di film dell`orrore aveva delle costanti nelle trame e negli stessi protagonisti che anticipavano, su un piano artigianale ed eminentemente cinematografico, il perfezionarsi del serial televisivo”.

Les Vampires

E ancora: “ll seriale, tra l’altro, sembra adatto al vampiro anche nella letteratura. Le «puntate››, che ritornano periodicamente ad affascinare il lettore o lo spettatore (e il lettore o lo spettatore non può fare a meno di seguire la reiterazione delle vicende) sono molto analoghe ai vampiri che ogni notte si abbeverano al collo della vittima. ll romanzo d’appendice, antenato cartaceo del telefilm, inaugura un meccanismo narrativo e produttivo dalla lunga vita. Già nel 1847 la giovane editoria «commerciale» utilizza il vampiro come personaggio base di un lungo feuilletton, Varney the Vampyre“.

Varney the Vampyre; or, the Feast of Blood.

Questa lunga autocitazione mi serve per indicare le ragioni dei prossimi post di “Vampyrismus”, dedicati ad alcune saghe sui vampiri. Saghe multimediali, quasi sempre diffuse su più mass media. Saghe che partono spesso dalla narrativa o dal fumetto e approdano al cinema, alla tv, al palcoscenico, ecc. Il primo appuntamento sarà con Le cronache degli immortali, saga creata da Wolfgang Hohlbein.

VAMPIRI ARRUOLATI PER LA GUERRA

In Ucraina sono arrivati i Vampiri. Si tratta di un nuovo sistema antiaereo, inviato dagli Usa, per abbattere i droni.
Denominato V.A.M.P.I.R.E., acronimo di Vehicle-Agnostic Modular Palletized Isr Rocket Equipment, è un lanciarazzi portatile a quattro canne, installabile sul retro di un pick-up. L’azienda americana di armamenti L3Harris lo pubblicizza nella sua brochure come una normale merce da supermercato: “Il sistema VAMPIRE offre una soluzione efficace e a basso prezzo per il dispiegamento di armi”.

L’articolo di “Wired” che annunciava la fornitura di lanciarazzi VAMPIRE all’Ucraina

Non è la prima volta che i “vampiri” sono arruolati in una guerra, o meglio che il termine “vampiri” è utilizzato in chiave bellica. Nel 1944 era stato prodotto il de Havilland DH.100 Vampire, un jet da combattimento britannico. Negli anni successivi è stato acquistato da diversi stati.

I jet da combattimento Vampire in dotazione a varie nazioni

I missili usati dal V.A.M.P.I.R.E. costano “solo” 27mila dollari l’uno. Una cifra estremamente bassa, secondo “Wired”, se paragonata ad altri missili simili in dotazione del Regno Unito che costano 1,5 milioni di dollari l’uno: la differenza è che il V.A.M.P.I.R.E. non è ad alta tecnologia, spara missili di vecchia generazione a guida tradizionale.
Per tentare di abbattere droni da pochi dollari si useranno missili da 27mila dollari ciascuno che potrebbero facilmente mancare il bersaglio. Di certo, quindi, ogni lancio di razzi V.A.M.P.I.R.E. “vampirizza” le casse statali, a scapito di altre spese “pacifiche”. I vampiri sono sempre insidiosi!

CARMILLA A FUMETTI politicamente correttissima…

Continua la nostra indagine sui vampiri recenti piegati alle esigenze del politically correct. E’ da poco uscito il volume Carmilla – The First Vampire di Amy Chu e Soo Lee, graphic novel politicamente corretta, anzi correttissima. Il testo di partenza, il racconto di Sheridan Le Fanu, si prestava a una divagazione centrata sull’omosessualità. Qui si aggiungono temi dell’agenda “progressista” americana, con tanto di “We Care” appeso ai muri, personaggi multietnici e cultura cinoamericana. Alla fine, però, si torna dalle parti di Buffy l’ammazzavampiri, con la protagonista che si scopre erede di una famiglia di cacciatori di vampiri.

In un altro momento storico, che non fosse quello attuale dove si tenta di imporre un pensiero unico e indottrinare con teorie gender di vario tipo, l’operazione Carmilla – The First Vampire poteva anche sembrare curiosa e interessante. Oggi, pare un semplice tassello del nuovo immaginario che Disney e company vogliono imporre. Lo rivela, maldestramente, la quarta di copertina, dove si legge: “Nel 1996, una assistente sociale idealista cinese-americana si trasforma in detective quando scopre che giovani donne LGBTQ+ senzatetto sono assassinate e nessuno – soprattutto la polizia – sembra preoccuparsene”. Ecco, inserire la sigla LGBTQ+ per descrivere una storia ambientata nel 1996, quando quella sigla non esisteva (e le donne vampirizzate nel fumetto sono esclusivamente omosessuali), svela l’operazione di marketing politicamente corretta ed eticamente sleale: forzare la mano per stare “al passo coi tempi” e piegare l’immaginario gotico alle esigenze del nuovo pensiero unico. Per la cronaca, proprio nel 1996 in ristrette cerchie si cominciò a usare l’acronimo LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), solo successivamente con l’aggiunta di Q (Queer), I (Intersex), A (Asessuali) e + (per tutte le altre identità). Sottigliezze?

UN ALTRO PALETTO “POLITICAMENTE CORRETTO” CONTRO I VAMPIRI

Come preannunciato dalla serie First Kill e dal film The Invitation, un’altra strage di vampiri in nome del politically correct si è realizzata con la serie tv Interview with the Vampire, appena uscita nelle prime due puntate. Solo che questa volta a farne le spese sono i gloriosi vampiri creati da Anne Rice, e celebrati dal film di Neil Jordan del 1994.
In virtù del nuovo corso “inclusivo” della serialità televisiva statunitense (e del cinema di Hollywood) cosa c’era di meglio di una trasformazione in afroamericano di Louis, il personaggio interpretato sul grande schermo da Brad Pitt? E cosa di meglio che inscenare sodomie virtuali, oltre che baci e morsi, tra i due protagonisti principali?

I due attori che incarnano Louis e Lestat sembrano usciti dalla serie tv a tema “vampiri gay” The Lair (2007–2009) o dal film Vampire Boys, che almeno avevano l’alibi dell’ingenuità e del basso budget. Non è per altro nuova la colorazione gay del vampirismo, del resto presente nel mito dei succhiasangue fin dall’Ottocento. Ora però si assiste a una banalizzazione senza precedenti, che rende palese quello che era insinuato o ambiguo. Si cerca il consenso di un settore specifico di pubblico, utilizzando spregiudicatamente vari luoghi comuni.
La bellezza formale di alcune scene (comunque ormai consueta nelle serie tv d’oltreoceano che possono disporre di finanziamenti adeguati) si scontra con l’inefficacia della sceneggiatura. Il primo episodio, della interminabile durata di un’ora e 11 minuti, è infarcito di sequenze inutili, per tratteggiare la vita privata di una famiglia di ricchi afroamericani nei primi anni del Novecento. Con un sol colpo si presume di attrarre il pubblico, appunto, afroamericano e Lgbtq.
Il pezzo forte della prima puntata dovrebbe essere l’iniziazione di Louis, con tanto di nudo integrale e simulazione di una sodomia in assenza di gravità: probabilmente si cercava un espediente “poetico” per unire omosessualità maschile e morsi vampirici, condito da musiche orchestrali da soap opera. Anche la scena iconoclasta in chiesa (chissà cosa ne avrebbe pensato la Rice, fanatica religiosa negli anni precedenti alla scomparsa) non decolla, a parte un divertente momento splatter.

Il mascellone biondo che interpreta Lestat (l’attore australiano Sam Reid) non si avvicina minimamente per perfidia e fattezze a Tom Cruise nel film di Jordan. Jacob Anderson nella parte di Louis, viceversa, si esibisce in una serie di smorfie ridicole durante la vampirizzazione come mai visto prima nemmeno nei film vampireschi in forma di commedia.
Aggiungiamo, infine, che il furore del politicamente corretto impone anche una Claudia, la bambina vampiro che resta tra le ideazioni immortali della Rice, a sua volta afroamericana (e non bambina, ma adolescente), come preannunciano i preview delle puntate successive. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, confermo: sì, questa è una stroncatura senza appello della prima puntata e delle anticipazioni del prosieguo di Interview with the Vampire versione tv. La follia del politicamente corretto ormai non ha più limiti e tenta di fagocitare ogni espressione della cultura e dell’immaginario, con risultati grotteschi.

Le smorfie di Louis vampirizzato
Lestat e Claudia nella serie tv Interview with the Vampire

50 SFUMATURE DI DRACULA

Il politically correct continua a far strage di vampiri. Dopo First Kill, ecco The Invitation diretto da Jessica M. Thompson, con Nathalie Emmanuel e Thomas Doherty nei due ruoli principali, appena uscito in Blu-ray e Dvd dopo una rapida ma lucrosa uscita sui grandi schermi (non in Italia).

Il best seller 50 sfumature di grigio ha imposto un cliché: la bella ragazza di modeste condizioni economiche che si innamora di un seducente e ricchissimo giovanotto, per poi scoprirne il lato oscuro. Ecco che il cliché viene utilizzato per una moderna vicenda in cui Dracula (ribattezzato stokerianamente De Ville, uno pseudonimo del vampiro nel romanzo) si trova al posto di Mister Grey.

The Invitation poteva essere un gioiello del gotico vampiresco, grazie alle sontuose atmosfere stile Hammer nel maniero dove si ambienta la vicenda, grazie alla violenza di alcune immagini e alle famiglie di umani al servizio dei vampiri che cenano celati da maschere evocando The Kiss of the Vampire (Il mistero del castello, 1963). Non mancano le citazioni da Bram Stoker (due anziani Jonathan Harker e Mina Murray, le tre spose di Dracula, Carfax, ecc.) e si assiste anche a una singolare vampirizzazione alla caviglia…


Spicca poi il Dracula dell’occasione, l’attore scozzese Thomas Doherty. Già interprete del vampiro Sebastian in 10 episodi della serie The Legacies (oltre a una piccola apparizione nella serie tv Dracula del 2013), ha qualcosa che a tratti ricorda l’indimenticabile Udo Kier in Dracula cerca sangue di vergine… (1974). La sua fisionomia particolare batte quella di Claes Bang nella miniserie Dracula del 2020.

Thomas Doherty vampiro in “The Legacies” e “The Invitation”

Questo potenziale gioiello è rovinato irreparabilmente dall’imposizione delle nuove regole ispirate al politicamente corretto. 50 sfumature di grigio era persino più audace, inscenando una complicità tra la donna vittima e l’uomo perverso. Qui invece la protagonista (che ovviamente non è “bianca”) non ha mai un cedimento alle “perversioni” di Dracula e la regista (australiana e bianchissima) aggiunge un frettoloso finale pseudofemminista con due donne, nere, amicissime ed entrambe disgustate dai maschi, che agiscono insieme come novelle ammazzavampiri. Il piatto politically correct è servito.

Il matrimonio di Dracula in “The Invitation”


VAMPIRI RECLUTATI PER IL POLITICALLY CORRECT

Anche i vampiri, loro malgrado, sono stati reclutati nella campagna ideologica delle major dell’intrattenimento per diventare testimonial del politically correct, in particolare della “inclusività”. Ecco, infatti, arrivare sugli schermi la serie televisiva Netflix dal titolo First Kill, in 8 puntate.

Tratta da un racconto della scrittrice per bambini e adolescenti Victoria Schwab (nell’antologia Vampires Never Get Old: Tales With Fresh Bite, 2020), la serie è stata lanciata puntando sul legame lesbico delle due protagoniste principali, la giovane vampira Juliette (Sarah Catherine Hook) e la cacciatrice di mostri Calliope (Imani Lewis). Nell’immaginaria cittadina degli Stati Uniti dove si ambienta la storia (popolata in passato da mostri) le due ragazzine non fanno scandalo per la propria omosessualità, ma perché appartengono a due famiglie rivali, i vampiri “originari” Fairmont e i cacciatori di mostri Burns.

Tra baci omosessuali a ripetizione, ogni dettaglio è studiato per veicolare una presunta “inclusività”: Juliette è bianca, Calliope nera, il miglior amico di Juliette è un nero gay, i “buoni” nemici dei mostri sono tutti neri e afroamericani, mentre i “cattivi” vampiri sono tutti bianchi e ricchissimi.
I vampiri dell’immaginario non avevano bisogno di First Kill per essere trasgressivi, basti pensare al lesbismo presente già nel lontano 1936 in Dracula’s Daughter. Ma in questa serie del Terzo Millennio non c’è più trasgressione, bensì conformismo nel proporre l’omosessualità come nuova normalità per indottrinare le giovani generazioni ai valori aggiornati della correttezza politica.

Il titolo, First Kill, allude alla prima uccisione (di un umano o di un vampiro) che le due protagoniste non hanno ancora compiuto. Così il tema della “prima volta” che dovrebbe turbare i teenager è spostato dalla sessualità all’omicidio.
A una sceneggiatura che ricorda gli autori cialtroni inventati dalla serie nostrana Boris (o che pare a volte una parodia di Beautiful) si aggiungono effetti speciali in CGI quanto meno rozzi (tra ghoul, zombi e mostri giganti vari), una sigla iniziale tra le più brutte nella storia delle serie tv, allusioni a Shakespeare paradossali e il tema dell’amore impossibile tra vampiri e cacciatori di vampiri stravisto.
Inevitabile il riferimento a Buffy l’ammazzavampiri, una serie che First Kill tenta di saccheggiare con l’ambientazione in una cittadina infestata da mostri e nella messa in scena di problematiche adolescenziali. Ma il confronto è impietoso e fa rilucere Buffy oltre ogni lode già espressa. Così come capolavori a confronto di First Kill appaiono le serie gemelle The Vampire Diaries e The Originals.

Tuttavia, come sempre avviene quando si tratta di vampiri, qualche elemento interessante non manca, dall’algida vampira borghese madre di Juliette interpretata da Elizabeth Mitchell (specialista di presenze in serie tv, compresa Lost) alla reiterata bevuta di sangue a tre (due vampiri che succhiano contemporaneamente dalle braccia di una sola vittima). E ci sono situazioni talmente grottesche da risultare spassose, come la scena in cui il padre di Juliette divora letteralmente in un boccone la suocera arcivampira.

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