VAMPIRI SERIALI E MULTIMEDIALI

C’è una parentela forte tra il vampirismo e una particolare forma di comunicazione e narrazione: la serialità.
“Ripetizione seriale e fascino reiterato sul pubblico-spettatore affratellano il vampiro e il serial”. Così scrivevo nell’ormai lontano 1985 in Il libro dei vampiri (Dedalo). E aggiungevo questi elementi: “La reiterazione degli eventi, tuttavia sempre differenti nella loro evoluzione, è tipica della serialità, dai romanzi d’appendice ai serial del cinema degli anni Dieci (come Les Vampires di Louis Feuillade, del 1915), ai telefilm. Tutte le puntate sono in fondo uguali a se stesse, ma le somiglianze tra le puntate sono rese irriconoscibili da mille espedienti e mascherature. ll colpo di scena è sulle prime inaspettato, poi, alla decima puntata è facilmente prevedibile. Eppure ciò non diminuisce il rapimento dello spettatore. Il serial, infatti, può essere ricondotto a un’altra delle fonti narrative del vampiro, la fiaba. Il bambino ascolta la stessa fiaba innumerevoli volte, e innumerevoli volte la richiede, anche se sa a memoria come va a finire. Ogni volta la fiaba riacquista il sapore del nuovo, e il bambino non si stanca di ascoltarla. (…) Questo fascino della ripetizione è stato ben capito dagli astuti manager della casa produttrice Hammer, negli anni Sessanta. La loro interminabile serie di film dell`orrore aveva delle costanti nelle trame e negli stessi protagonisti che anticipavano, su un piano artigianale ed eminentemente cinematografico, il perfezionarsi del serial televisivo”.

Les Vampires

E ancora: “ll seriale, tra l’altro, sembra adatto al vampiro anche nella letteratura. Le «puntate››, che ritornano periodicamente ad affascinare il lettore o lo spettatore (e il lettore o lo spettatore non può fare a meno di seguire la reiterazione delle vicende) sono molto analoghe ai vampiri che ogni notte si abbeverano al collo della vittima. ll romanzo d’appendice, antenato cartaceo del telefilm, inaugura un meccanismo narrativo e produttivo dalla lunga vita. Già nel 1847 la giovane editoria «commerciale» utilizza il vampiro come personaggio base di un lungo feuilletton, Varney the Vampyre“.

Varney the Vampyre; or, the Feast of Blood.

Questa lunga autocitazione mi serve per indicare le ragioni dei prossimi post di “Vampyrismus”, dedicati ad alcune saghe sui vampiri. Saghe multimediali, quasi sempre diffuse su più mass media. Saghe che partono spesso dalla narrativa o dal fumetto e approdano al cinema, alla tv, al palcoscenico, ecc. Il primo appuntamento sarà con Le cronache degli immortali, saga creata da Wolfgang Hohlbein.