VAMPIRI D’EUROPA: tre film del 2021

Il cinema di vampiri è stato dato spesso per morto. Inflazionato, demitizzato, ridicolizzato, il vampiro cinematografico rivela viceversa infinite sorprese. Anche in questo 2021 pandemico, la figura del vampiro si dimostra capace di suscitare ispirazioni artistiche originali e innovative, senza confini geografici. Da diverse parti d’Europa, infatti, provengono tre film recentissimi che sono la dimostrazione più piena delle potenzialità del mito vampirico, anche nel Terzo Millennio.

Un piccolo gioiello arriva innanzitutto dai Paesi Baschi con Ilargi Guztiak (letteralmente Tutte le lune, noto anche come Todas la lunas e All the Moons) di Igor Legarreta.
Alla fine dell’Ottocento un’orfana (la bravissima Haizea Carneros) resta sepolta tra le macerie di una chiesa. A salvarla sarà una misteriosa sconosciuta. “Come mi hai guarita?”, chiede la bimba. “Con un bacio”, è l’allusiva risposta.
Da quel momento seguiamo i tormenti di una bambina che scopre la sua condizione di vampira e trova serenità solo grazie a un uomo che la accoglie come una figlia. La incontreremo poi nel 1936, immutata, tra i bombardamenti della Guerra di Spagna, dove ritrova la sua madre/vampira e la incenerisce alla luce del sole.
Poetico e magistralmente lento, il film si avvale di panorami incantati e di oniriche riprese subacquee. Il titolo allude a tutte le lune che la bambina vedrà nella sua immortalità di vampira.
La relazione tra la bambina vampiro e un ragazzino (che ritroverà morente tanti anni dopo) evoca
Lasciami entrare, mentre il tema della bambina vampirizzata e imprigionata per sempre in un corpo infantile ricorda la piccola Claudia, inventata da Anne Rice per Intervista col vampiro.

In Irlanda, Chris Baugh ha diretto Boys From County Hell, un film al confine tra commedia e horror, una sorta di Un lupo mannaro americano a Londra girato non dagli americani, ma dagli “indigeni”.
In atmosfera folk horror, tutto ruota attorno a un tumulo nella campagna irlandese che ospita una creatura scheletrica assetata di sangue. Amici e parenti di ambiente contadino si trovano così a fronteggiare il contagio sparso dal mostro, tra sangue a fiumi e ironia. Per rendersi conto degli aspetti volutamente demenziali del film, basti dire che il vampiro finirà impalato dall’osso di una gamba appena mozzata.
L’ambientazione rurale si rivela interessante e non mancano le strizzate d’occhio per appassionati: il pub del villaggio si chiama “The Stoker” e l’insegna mostra un Dracula con canini e un Jonathan Harker impegnato a scrivere a lume di candela.

Dalla Germania giunge invece una grossa produzione veicolata da Netflix, Blood Red Sky di Peter Thorwarth. L’azione si svolge quasi interamente a bordo di un aereo di linea, dove tra i passeggeri si trovano una giovane madre con il figlioletto. La donna (Peri Baumeister) nasconde un segreto: è una vampira, resa tale in una violenta situazione mostrata in un flashback. Quando una banda di criminali prende possesso dell’aereo in volo, la vampira combatte contro i delinquenti, uccidendoli uno a uno.
I suoi morsi, però, trasformano immediatamente le vittime in vampiri e presto l’aereo è infestato di succhiasangue. Un finale pirotecnico vedrà eliminata tutta la genia vampiresca.
I vampiri, orrendi e mostruosi, sono in stile 30 giorni di buio e la protagonista è una sorta di Nosferatu che si trasforma quando ha sete di sangue.
Variazione splatter sul tema dell’aereo dirottato, il film ha un buon ritmo nonostante la lunga durata (oltre due ore).