PANDEMIA DI VAMPIRI A FUMETTI /3: Arriva la vampira Ylenia

Dopo la seconda avventura di Zagor contro il barone Bela Rakosi, passano molti anni prima che i vampiri tornino nelle storie dello “spirito con la scure”. Nel frattempo i vampiri sono però apparsi a intermittenza in altre testate della Sergio Bonelli Editore e ce ne occuperemo in seguito. Soprattutto è nato Dylan Dog che con il suo successo aumenta il tasso di horror in tutti i fumetti della Bonelli. Nell’agosto 1998 ecco quindi che i vampiri tornano anche su “Zagor”, con tre albi su testi di Mauro Boselli (in procinto di diventare uno degli artefici di “Dampyr”) e disegni di Raffele Della Monica. Il disegnatore delle due precedenti avventure vampiresche di Zagor, Gallieno Ferri, torna qui in veste di autore delle copertine.
Accanto a Bela Rakosi, che riappare per la terza volta, c’è un nuovo personaggio destinato a diventare ricorrente sulle pagine di “Zagor”: la vampira Ylenia Varga, dai “capelli rosso tiziano”.

Il conte Manfred Moor, capitano dei dragoni, è il promesso sposo di Frida Lang, un tempo grande amore di Zagor (“Zagor” n. 448, Vampyr). In Stiria, durante una tempesta, Manfred si ripara in una locanda con il suo attendente Janos. Lo stalliere Imre nota che i cavalli hanno due ferite vicino alla criniera ed esclama: “Vrkolak!”. Alla locanda, a bordo di una carrozza con l’emblema della Transilvania, arriva anche una misteriosa contessa, Ylenia Varga, accompagnata dal suo servitore Boris. Attratto dalla sconosciuta, Manfred le cede la sua camera e dorme nell’atrio della locanda. Nella notte, tra l’ululare dei lupi, Ylenia invita seduttiva il conte nella sua stanza. Mentre Boris fa entra nella locanda dei licantropi che fanno strage, Ylenia rivela la sua natura vampiresca e morde Manfred alla gola. Nello stesso momento, a Graz, Frida si sveglia di soprassalto dopo aver sognato Zagor e Manfred trasformato in vampiro. A Darkwood, intanto, Zagor riceve la lettera di un colonnello, Ferenc Korasi, che gli chiede di incontrarlo urgentemente. Insieme a Cico, lo “spirito con la scure” raggiunge il colonnello nella sua casa isolata tra le paludi, dove vive con l’amico e assistente Samish Pasha, ex ufficiale ottomano. Il colonnello colleziona libri sui vampiri e un tempo ha salvato Samish da un attacco di non-morti. In realtà il colonnello è un discendente di Bela Rakosi: il vampiro nemico di Zagor, infatti, ha cambiato nome anagrammandolo. Korasi spiega che il suo antenato è un arcivampiro (“la razza eletta dei figli della notte”) e racconta di averlo incontrato due volte, in un caso sul campo di battaglia, dove i vampiri bevevano il sangue dei feriti. Ora teme che Bela Rakosi stia tornando, alleato dei farkaskoldoi, lupi mannari non-morti dell’Ungheria. In effetti, Ylenia Varga e Manfred, contagiato dal vampirismo, è a bordo del Lady Godiva con una corte di lupi mannari. Frida è intanto arrivata in America, insieme a Janos e Imre, per rivedere Zagor e chiedergli aiuto nella ricerca di Manfred.

I lupi mannari assediano la casa di Korasi e sono respinti (n. 449, Il segreto di Frida Lang). Ma Ylenia, fingendosi vittima dei lupi, riesce a farsi ospitare da Korasi che però la smaschera quando nota la sua allergia all’aglio. Dopo aver tentato di uccidere Zagor, la vampira fugge e fa rapire Korasi dai lupi. Al colonnello spiega che lo ha sequestrato per ordine di Rakosi, il quale la iniziò alla vita delle tenebre tanti secoli prima. Frida è salvata da un attacco di lupi grazie all’intervento di Zagor, suo indimenticato amore. A lui la giovane racconta che al suo ritorno Manfred non si rifletteva negli specchi, svelando così di essere stato vampirizzato.
Bela Rakosi, ancora una volta resuscitato, si nasconde nella città fantasma di Blacktown: il paletto che lo trafisse mentre era sotto forma di pipistrello (nell’albo n. 189) non gli spaccò del tutto il cuore e una vecchia demente lo salvò dalle acque del fiume in cui era precipitato. A Blacktown ci sono anche Ylenia e Manfred, ma la vampira spiega a quest’ultimo che la sua fedeltà nei confronti di Rakosi è una finzione: in realtà Ylenia cerca vendetta, perché Rakosi uccise il suo fidanzato mentre tentava di impedire che fosse vampirizzata.

Mentre Zagor è sulle sue tracce, Rakosi lo fa attaccare da pipistrelli e rapisce Frida (n. 450, Il principe della notte). Zagor e Samish raggiungono Blacktown e, nel cuore di una miniera abbandonato, trovano la cella dove sono rinchiusi Korasi e Frida, accanto a Bela Rakosi che giace in una bara. Benché ferito, Zagor riesce a entrare nella celle e a battersi con Rakosi che però fugge. Lo scontro continua nella casa diventata covo dei vampiri, alla presenza di Ylenia e Manfred. Ma quando sopraggiunge Rakosi, la lotta si scatena tra lui e Ylenia, fino a che Zagor getta il barone nel fuoco della casa in fiamme. Prima che l’edificio crolli, Zagor e Ylenia si aiutano a vicenda per mettersi in salvo. Qualche tempo dopo, Zagor riceve una lettera da Frida: lo informa che Manfred migliora grazie a trasfusioni e alle cure del colonnello Korasi, aggiungendo che spera di tornare un giorno a Darkwood.

L’avventura è certamente caratterizzata dalla new entry nell’universo bonelliano: Ylenia Varga. Lo stesso Sergio Bonelli, nel suo articolo di apertura dell’albo n. 450, rende omaggio a due vampire che evidentemente ritiene imparentate con Ylenia: Carmilla di Joseph S. Le Fanu e Anne Parillaud, interprete di Amore all’ultimo morso.
Boselli, da parte sua, riprende nella sceneggiatura alcuni elementi dell’immaginario vampiresco (i vampiri possono entrare in una casa solo se sono invitati) ed evoca il lamento depressivo del Klaus Kinski/Nosferatu nel film di Werner Herzog: Ylenia, infatti, esprime la sua tristezza per non poter più vedere il sole ed è stanca dell’eternità imposta dalla sua condizione di vampira.
Per quanto riguarda i disegni, Dalla Monica si allontana dal tratto di Gallieno Ferri e preferisce uno stile classicheggiante alla Alex Raymond, con ripetuti omaggi a Gene Colan e al suo Dracula per la Marvel (i pipistrelli e l’aspetto di Rakosi, soprattutto nelle scene d’azione).

PANDEMIA DI VAMPIRI A FUMETTI /2: Bela Rakosi colpisce ancora

A quasi un decennio dalla prima avventura di Zagor contro il vampiro Bela Rakosi (un lancio pubblicitario definisce Rakosi “il più agghiacciante nemico di Zagor”), nel 1981 la Sergio Bonelli Editore pubblica una nuova storia con gli stessi personaggi, diluita in quattro albi. I disegni sono ancora di Gallieno Ferri, ma questa volta a firmare i testi non è Bonelli/Nolitta, ma Alfredo Castelli, in procinto di diventare uno degli uomini di punta della casa editrice grazie al suo personaggio Martin Mystère.

Nel villaggio di Starbuck (“Zagor” n. 186, Il popolo della notte), Cico è contattato segretamente da Molnar e Bator, gli zingari ungheresi della precedente avventura vampiresca: gli chiedono una provetta con il sangue di Zagor, in cambio di un amuleto dotato di presunti poteri miracolosi. Ingenuamente, il messicano accetta la proposta. (n. 187, Il ritorno del vampiro) Mentre si aggirano nella foresta, Zagor e Cico sono attaccati da pipistrelli, poi trovano in una grotta Bator, ucciso con un paletto nel cuore. Insospettito, Zagor decide di recarsi al villaggio di Fairmont per consultarsi con il dottor Metrevelic, ma questi è impazzito e vive recluso in un rudere, con un pentacolo di ostie intorno al letto e spara a chiunque si avvicina. Riacquistata lucidità dopo essere stato preso a pugni da Zagor, il dottore racconta che Albert Parkman, sopravvissuto al contagio nell’avventura precedente (dove era stato morso dal barone Bela Rakosi), ha sposato sua figlia Aline. La coppia è andata a vivere nel villaggio di Bergville, abitato da coloni slavi legati alla tradizione che si vestono come un secolo prima e hanno costruito case tipiche dei loro paesi d’origine. La ragazza però, racconta Metrevelic, è tormentata da strani sogni nei quali Rakosi la vuole come sposa. Inoltre il dottore è stato aggredito da Bator e ha scoperto che il mantello e le ceneri di Rakosi sono scomparsi.
Metrevelic teme che gli zingari vogliano eseguire un rito all’eclissi di luna per rianimare Rakosi, utilizzando il sangue dell’uomo che ha sconfitto il vampiro. A quel punto Cico confessa di aver dato a Molnar una provetta con il sangue di Zagor. Purtroppo è ormai tardi per fermare gli eventi: Molnar in una grotta compie il rito e resuscita Rakosi. Il barone medita vendetta e vuole creare il suo regno in America, facendo di Aline una regina non-morta.

Una bimba scompare da Bergville e quando ritorna a casa il fratellino Josif è istintivamente terrorizzato (n. 188, Il regno delle tenebre), sostiene che non sia lei e la allontana con un crocifisso. In effetti la bambina è diventata una vampira e non esita a mordere la propria madre. Presto si diffonde l’epidemia del vampirismo nel villaggio. Albert mette in guardia i suoi concittadini sul pericolo dei vampiri, ma nessuno gli crede e rapidamente ogni abitante di Bergville è trasformato in vampiro. Grazie all’uso di un pendolino, Zagor, Cico e Metrevelic hanno individuato la presenza del vampiro a Bergville e si recano al villaggio. Quando arrivano a Bergville, Molnar ha già preso il controllo dei vampiri del villaggio e gli ha ordinato di consegnargli tutti i loro beni. Molnar aizza i vampiri contro Zagor e i suoi, costringendo i nostri eroi a rifugiarsi nella chiesa di Bergville.

Molnar non è affatto fedele a Rakosi e progetta di eliminarlo (n. 189, L’orrendo contagio), ma il vampiro percepisce il pericolo e lo fa aggredire dagli abitanti di Bergville. Lo zingaro, però, si salva e tenta di impalare Rakosi: finirà con la schiena spezzata dal barone. Poi i vampiri danno fuoco alla chiesa, ma Zagor e i suoi due amici riescono a scappare grazie all’aiuto di Albert. Il piccolo Josif, sfuggito al contagio, porta Zagor nella grotta dove si nasconde Rakosi. Il vampiro ha già morso Aline e vuole ucciderla per farla risorgere come vampira, ma è bloccato da Zagor. Rakosi si trasforma in pipistrello, è colpito da un paletto lanciato da Albert e precipita in un torrente. Scomparso il vampiro, tutti gli abitanti di Bergville guariscono.

Lo sceneggiatore Alfredo Castelli ha sempre avuto una grande passione per il cinema fantastico e non poteva che seguire le orme di Bonelli, inserendo in questa avventura di Zagor diverse allusioni cinematografiche.
Se per l’avventura apparsa nei numeri 85-87 il riferimento principale era al film Dracula il vampiro, questo seguito cita più volte il secondo episodio della saga cinematografica di Dracula prodotta dalla Hammer: Dracula principe delle tenebre (1965), sempre diretto da Terence Fisher e con Christopher Lee nel ruolo del titolo. La resurrezione del vampiro dalle sue ceneri ripete infatti l’analoga situazione del film, che vedeva Dracula rianimarsi grazie al colare del sangue sui suoi resti.
Nel fumetto sono poi riprodotte con poche modifiche le tavole del n. 87 dove si assisteva alla morte del vampiro sotto i raggi del sole. Lo stesso espediente si trova in Dracula principe delle tenebre, dove un flashback iniziale ripropone la scena conclusiva del film precedente.

PANDEMIA DI VAMPIRI A FUMETTI: l’universo bonelliano

La Sergio Bonelli Editore, colosso del fumetto italico, in questa estate 2021 sta puntando molte carte sui vampiri. Oltre alla sua testata eminentemente vampiresca, “Dampyr”, ha avviato una saga di “Zagor” che durerà per cinque albi fino a novembre 2021, e un’avventura di “Martin Mystère” in due parti. Come sappiamo, un’epidemia provocata da un contagioso virus non può che riattivare l’interesse per il vampiro, emblema per eccellenza del contagio e delle paure ad esso connesse.
Cogliamo l’occasione per analizzare, in più puntate, i vampiri dell’universo bonelliano, significativo esempio di innesto del gotico e del fantastico nell’immaginario italiano, iniziando proprio dai primi albi a tema vampirico, quelli di “Zagor” a partire dal 1972.

Il primo vampiro che appare nei fumetti di Sergio Bonelli è il barone Bela Rakosi, destinato a diventare un avversario ricorrente di Zagor, “lo spirito con la scure” che agisce in un contesto western spesso contaminato da elementi fantastici.
I tre albi che presentano per la prima volta Bela Rakosi escono nell’estate del 1972, su testi di Guido Nolitta (pseudonimo di Sergio Bonelli, figlio del Bonelli creatore di “Tex”) e disegni dell’artista genovese Gallieno Ferri. Bonelli e Ferri sono i padri di Zagor, che hanno firmato insieme le sue avventure per anni.
I vampiri godono di una certa popolarità, in quel 1972. La Hammer ha appena sfornato i suoi tre film sulla vampira Carmilla e ha addirittura dedicato il titolo di una sua pellicola all’anno in corso: 1972: Dracula colpisce ancora!. I fumetti, in Italia, hanno conosciuto il successo della sexyvampira Jacula, la cui saga è iniziata nel 1969, e a settembre 1972 uscirà il primo numero di “Zora”. Non è strano, quindi, che Bonelli decida di far lottare il suo Zagor con un vampiro proprio nel 1972.

A Ocean City nel Maryland, Zagor e il suo partner Cico incontrano il loro vecchio amico Buddy Parkman e si prestano ad accompagnarne il figlio Albert in un viaggio come capo-carovaniere (“Zagor” n. 85, Angoscia). Tra i carri della carovana, uno è guidato da tre zingari ungheresi, Molnar, Bator e Toth, che si tengono sempre in disparte. Nel corso del viaggio un cane è trovato dissanguato e con due ferite alla gola, poi la carovana è attaccata da una tribù di indiani che accusano i viaggiatori di aver ucciso una ragazza del loro accampamento: anche la ragazza ha due segni sul collo. Non riconoscendo l’aggressore tra i membri della carovana, gli indiani si ritirano. Ma le sorprese del viaggio non sono finite: due malviventi rubano il carro degli ungheresi e Zagor si mette sulle loro tracce. Recuperato il carro, Zagor trova uno dei due ladri morto, con i consueti segni sul collo, e l’altro impazzito. Zagor, Cico e Albert giunti alla loro destinazione, Fairmont, devono recarsi dal barone Bela Rakosi per consegnare il carro degli ungheresi e farsi pagare il viaggio. Il barone vive in una vecchia chiesa abbandonata, nel cuore della foresta, accudito dal servitore Zoltan. Prima di incontrare il barone Rakosi, viene scaricata dal carro degli ungheresi una grossa cassa e i cavalli si imbizzarriscono (n. 86, Zagor contro il vampiro). Il maltempo costringe Zagor, Cico e Albert a passare la notte nella chiesa, dopo una cena alla presenza del barone. Rakosi, apparentemente cordiale e gentile, spiega che si occupa di scienza e botanica e che ha lasciato l’Ungheria per le troppe complicazioni politiche. Nella notte, Cico spuntandosi i baffi si ferisce al volto e suscita la sete di sangue del barone. Tra umoristiche gag, il vampiro tenta inutilmente di mordere Cico. Intanto Albert sta male: è pallido e privo di forze, tormentato da incubi popolati di pipistrelli. I tre amici devono quindi rinviare la partenza e alla sera Zagor e Cico conversano nuovamente con il barone. La mattina dopo Albert è peggiorato e Zagor decide di recarsi a Fairmont per parlare con il medico locale, il dottor Metrevelic, di origine jugoslava. Nel frattempo, Cico trova nella cripta della chiesa una bara dove riposa Rakosi: seguono altre gag con Rakosi che cerca di mordere Cico, ma il messicano allontana involontariamente il vampiro cucinando dell’aglio. Zagor torna alla chiesa con il dottor Metrevelic che visita Albert e spiega la sua teoria: si è occupato a lungo di vampiri, in patria, e ritiene che Albert sia vittima di un non-morto succhiatore di sangue. Convinto dal dottore, Zagor si apposta nella camera di Albert e ferma Rakosi prima che possa nuovamente mordere il giovane. Zagor lotta con Rakosi e riesce a trattenerlo fino al sorgere dell’alba (n. 87, Alba tragica): il vampiro sotto i raggi del sole si dissolve e restano solo il suo mantello e le ceneri, mentre Zoltan dà fuoco alla chiesa. Eliminato il vampiro, Albert sta subito meglio e viene affidato alle cure della figlia di Metrevelic, la bella Alina.

Nella sua presentazione alla ristampa di questa avventura di Zagor (Oscar Best Sellers, n. 627, 1995), Sergio Bonelli dichiarava che si tratta “di una storia a me particolarmente cara”, dove aveva voluto riproporre situazioni che lo attiravano e terrorizzavano nelle sale cinematografiche, apportando le variazioni che gli sarebbe piaciuto vedere sullo schermo.

I suoi riferimenti sono senz’altro legati al cinema, come spiegherà nella ristampa dell’avventura in “TuttoZagor” nel 1991: “La mia storia del barone Rakosi (tutti i vampiri, si sa, hanno preferibilmente nomi romeni o ungheresi, ossia transilvani) è stata un voluto omaggio al cinema di vampiri. Io vado pazzo per i vampiri: li sogno, li amo e persino li invidio; i vampiri sono immortali, affascinanti, eleganti, nottambuli e sanno volare (sia pure trasformati in pipistrelli, che sono comunque bestiole graziose, ancorché calunniate). Forse, chissà, non mi spiacerebbe essere un vampiro, da grande. Il mio unico rimpianto è che, per quanto mi sforzi, non riesco davvero a credere alla loro esistenza. Solo di tanto in tanto, quando dormo tutto solo nella mia casa cli campagna, preferibilmente con una bella luna che fa capolino tra i cipressi e con sinistri ululati di cani in lontananza, l’immaginazione mi permette di intravedere Dracula avvolto nel suo nero mantello tra i cespugli del mio giardino. Per un secondo avverto un fugace brivido… e ne sono felice! Ecco perché ho dato il mio meglio nella storia di Rakosi, mettendoci dentro un collage vampirico di tutto ciò che libri, film e fumetti mi avevano raccontato sui misteriosi signori della notte, dall’aglio, alle croci, alle bare, ai paletti di legno… La storia è venuta ricca di movimento e lunga quasi trecento pagine. Se non l’ho fatta durare cinquecento è soltanto perché contavo di realizzare un ‘ritorno del vampiro’. Il ‘ritorno’ poi c’è stato, ma, dati gli impegni del sottoscritto, è stato realizzato da Alfredo Castelli. In quanto alla fusione di umorismo e suspense, come sapete questa alchimia è una costante della saga di Zagor, inoltre volevo rendere così omaggio ai miei film di vampiri preferiti, che non sono i pur grandi Nosferatu o Dracula, ma quelli dove si rabbrividisce e si ride allo stesso tempo: come i lungometraggi della coppia Gianni e Pinotto (che incontrano, oltre a Dracula, tutti i mostri possibili), l’irresistibile Per favore non mordermi sul collo di Roman Polanski e il simpatico Amore al primo morso di Stan Dragoty (altro regista dal nome vampiresco!) in cui Dracula, aristocratico demodé, s’innamora di una scatenata giovane fotomodella. Come recita l’antico detto: ‘Il riso fa buon sangue’. E’ vero. Di queste cose i vampiri se ne intendono”.

La copertina del n. 86 di “Zagor” presenta un’ombra che ha la silhouette di Nosferatu, ma il principale riferimento di Bonelli sembra essere il film di Terence Fisher Dracula il vampiro (1958), rimasto impresso nella memoria italiana a oltre un decennio dall’uscita nei cinema. Nell’avventura di Zagor gli omaggi allo schema e alle situazioni di quel film della Hammer sono numerosi. E’ vero che Bela Rakosi prende il suo nome sicuramente da Bela Lugosi, precursore di Christopher Lee come Dracula cinematografico per eccellenza. Ma le fattezze di Rakosi sono direttamente ispirate a quelle di Lee, così come l’abbigliamento. Tra l’altro, Rakosi appare per la prima volta dall’alto di una scala, proprio come Christopher Lee in Dracula il vampiro. Da parte sua Cico per scacciare il vampiro crea una croce unendo un bastone e un grosso cucchiaio, una versione umoristica dell’espediente usato da Peter Cushing/Van Helsing in Dracula il vampiro, dove usava due candelabri con lo stesso scopo. La morte di Rakosi, disintegrato dal sole, è un ennesimo tributo al film del 1958. Viceversa, nel contesto comico delle schermaglie tra Cico e Rakosi emerge un’allusione al vecchio Dracula del 1931: quando il grasso messicano si accorge che Rakosi non si riflette in uno specchio, il vampiro scaglia a terra lo specchio distruggendolo, allo stesso modo di Bela Lugosi nel film di Tod Browning. Inoltre, i duetti comici tra Cico e Rakosi rimandano a Tempi duri per i vampiri (1959), con Renato Rascel e Christopher Lee.

Bonelli/Nolitta si rivela un lettore attento di testi vampirologici, citando Brucolachi, Vrolok e Vukodlak. I suoi vampiri seguono pedissequamente le “regole” del vampirismo sedimentate nell’immaginario tramite la letteratura e il cinema, come evidenziano le spiegazioni del dottor Metrevelic, versione un po’ buffa di Van Helsing e delle sue lezioni di vampirismo nel Dracula di Bram Stoker: “Si tratta di anime dannate il cui corpo, anche dopo la morte non riesce a trovare pace! Durante il giorno devono riposare nella stessa bara in cui sono stati sepolti la prima volta, ma, dopo il tramonto, riprendono vita fino all’alba, e, per ottenere il necessario vigore fisico, succhiano il sangue dalle vene dei malcapitati che trovano sulla loro strada! Pare che durante la loro vita notturna, acquistino una forza muscolare sovrumana, oltre alla facoltà di soggiogare le loro vittime con una sorta di ipnotismo che sprigiona dal loro sguardo! Dicono anche che possano trasformarsi in pipistrelli, per meglio insinuarsi nelle stanze della povera gente!”
Dalla tradizione filmica il vampiro zagoriano si discosta però per un particolare: Rakosi mangia e brinda con i suoi ospiti, al contrario del Dracula di Lugosi che notoriamente si sottraeva sia alla cena che ai brindisi (“Io non bevo mai… vino”).
Questa prima avventura che narra lo scontro tra Zagor e il barone Rakosi è stata più volte ristampata, anche a colori. Con il titolo “L’ombra del vampiro”, infatti, riappare nella Collezione storica a colori – I fumetti di Repubblica e L’Espresso nel 2012. Purtroppo la colorizzazione delle tavole non si presta ai chiaroscuri di Ferri, che perdono molto del loro fascino (più adatta al colore si rivelerà una successiva storia zagoriana, Vampyr, illustrata da Raffaele Della Monica e colorizzata per la stessa collana nel 2014).

Kiss-Shot, la vampira bionda

C’è una vampira dell’immaginario contemporaneo che pochi conoscono. Eppure in Giappone ha migliaia di seguaci. Il film a cartoni animati (anime) in cui è apparsa, Kizumonogatari, ha incassato nel primo weekend di proiezioni giapponesi, a gennaio 2016, quasi tre milioni di dollari.
Il suo nome è piuttosto complesso: Kiss-Shot Acerola-Orion Heart-Under-Blade (Kisushotto Aseroraorion Hātoandāburēdo), definita la vampira “dal sangue bollente, dal sangue di ferro e tuttavia dal sangue freddo”.

Biondissima, dagli occhi d’oro e dal seno prominente, Kiss-Shot è nata in una serie di “light novels”, come vengono definiti in Giappone i romanzi con illustrazioni, avviata con Bakemonogatari e tutti con il suffisso “monogatari” (storia). Arrivati a oltre 20 uscite (alcuni sono stati tradotti in inglese), i romanzi della saga sono firmati da Nisio Isin, pseudonimo palindromo (spesso il nome è scritto senza spazi: Nisioisin) di un giovane autore di fumetti che all’epoca della prima storia del ciclo, apparsa su una rivista nel 2005, aveva 24 anni. Le illustrazioni dei volumi sono del taiwanese Vofan. I romanzi hanno dato origine a diversi anime, dal 2009 a oggi, compreso il film in tre parti Kizumonogatari (“kizu” significa “ferita”) che è un prequel della storia e narra il primo incontro del protagonista con la vampira Kiss-Shot. Nel 2018 è iniziato anche un manga di Oh! great (pseudonimo di Ito Ogure) tuttora in corso e giunto al nono volume.
La storia di Kiss-Shot è narrata inizialmente nel racconto Koyomi Vamp, uscito nel febbraio 2008 sulla rivista “Pandora” e poi in libro tre mesi dopo.

Copertina della traduzione in inglese di Kizumonogatari

Al centro della saga, nei diversi media, c’è lo studente liceale Koyomi Araragi, sessuofobo e tormentato, che vive in una città giapponese di provincia. Un giorno la studentessa Tsubasa Hanekawa, che lo attrae per il grosso seno e le mutandine spesso esposte, gli dice che vorrebbe incontrare la bella vampira che secondo alcune voci si aggira per la città. Koyomi non le crede, ma si imbatte proprio nella vampira: la trova agonizzante in una pozza di sangue, con braccia e gambe strappate. Mosso da altruismo accetta di farsi mordere per non lasciarla morire.

Kiss-Shot mutilata nel film Kizumonogatari

Il ragazzo e la vampira sono salvati da un bizzarro personaggio, Meme Oshino, sempre vestito con camicie hawaiane, e nascosti in una scuola abbandonata. Grazie al sangue di Koyomi, la vampira rigenera gli arti perduti e si trasforma in una bambina, ma a causa dell’attacco subito ha perso molti dei suoi poteri, anche perché Meme Oshino le ha tolto il cuore di nascosto.
Di Kiss-shot sono date ampie descrizioni. Parla con un linguaggio antiquato ed è vissuta 500 anni. Arrogante e aristocratica, tratta come un suddito Koyomi, diventato a sua volta vampiro dopo essere stato morso. Kiss-shot gli spiega di aver già avuto un suddito in passato, che però si tolse la vita: i vampiri, infatti, sono vittima della noia e spesso si suicidano. Apprendiamo anche che Kiss-Shot ha una straordinaria abilità con la sua katana: con un taglio netto, può ferire gravemente l’avversario senza che questi senta alcun dolore.
Koyomi deve fare i conti con la sua nuova condizione di vampiro, abituandosi a vivere in una situazione in cui il giorno e la notte per lui sono ribaltati: non ha ombra, vede nel buio, ha una grande forza e il potere di rigenerarsi (anche a lui verranno strappate le braccia e gli ricresceranno rapidamente). Koyomi dovrà poi combattere i tre cacciatori di vampiri sulle tracce di Kiss-Shot. Sono Dramaturgy (un vampiro mosso dal desiderio di vendetta), il giovane Episode (un mezzo-vampiro, privo però dei punti deboli dei vampiri, che odia i vampiri perché non lo accettano tra loro), e Guillotine Cutter (un umano). I primi due sono sgominati da Koyomi, mentre il terzo è morso e poi letteralmente divorato da Kiss-Shot per evitare che diventi un vampiro. Curioso in particolare Episode, armato di una croce gigantesca che scaglia come un boomerang sui vampiri. Durante il combattimento tra Episode e Koyomi, tra loro si frappone Tsubasa che resta gravemente ferita: Koyomi la guarisce con il potere del proprio sangue vampiresco.

La vampira Kiss-Shot con il giovane studente Koyomi

Nel film Kizumonogatari, la vampira Kiss-Shot dopo essere diventata bambina si trasforma in un’adolescente e poi torna donna, scontrandosi duramente con Koyomi, che non vuole farle uccidere esseri umani, nel corso di un surreale combattimento su un campo sportivo, dove i due si squartano e decapitano più volte reciprocamente. Alla fine, Koyomi succhia quasi tutto il sangue di Kiss-Shot, ma non la lascia morire: Meme Oshino, infatti, propone un patto che conduca entrambi a diventare pseudo-vampiri. Kiss-Shot rimarrà bambina per sempre, senza poteri, bevendo solo il sangue di Koyomi. Il ragazzo riacquisterà in parte la sua umanità: potrà uscire alla luce del sole e continuerà a rigenerarsi e ad avere alcuni poteri vampirici, senza cibarsi però di sangue umano.
Anche nel romanzo e nei fumetti Kiss-Shot resta con l’aspetto di una bambina di otto anni, priva della sua precedente personalità e quasi catatonica, indossando un buffo copricapo da aviatore. Meme Oshino le darà anche un nuovo nome: Shinobu (che unisce le parole “lama” e “cuore”) Oshino.

Kiss-Shot, ridotta alla bambina di 8 anni Shinobu, sulla copertina del manga Bakemonogatari

Per quanto sia protagonista principale solo di Kizumonogatari, la vampira Kiss-Shot è ripetutamente citata o presente negli altri romanzi, anime e manga della serie ed è al centro anche di molti doujinshi, tipiche pubblicazioni giapponesi autoprodotte dai fan. Le altre storie della saga sono incentrate su Koyomi che incontra ragazze posedute da demoni o con poteri soprannaturali.
Il passato di Kiss-Shot è raccontato in Onimonogatari (Storia del demone). Principessa diventata vampira, tentò il suicidio, poi si rifugiò in Giappone fino a quando il suo suddito di allora si uccise esponendosi al sole: al momento dell’incontro con Koyomi la vampira era appena tornata per la prima volta in Giappone.
Altri dettagli sono contenuti nel volume illustrato Anime Monogatari Series Heroine Book 3: Oshino Shinobu (2013). Sappiamo tra l’altro che a rendere Kiss-Shot una vampira, molti secoli fa, è stata la potente Deathtopia Virtuoso Suicide-Master (in Wazamonogatari).

Kiss-Shot nel manga Bakemonogatari n.1

Tra tutte le apparizioni di Kiss-Shot, la più importante è nel film Kizumonogatari, una trilogia diretta da Akiyuki Shinbo e Tatsuya Oishi, distribuita nei cinema in tre episodi: Tekketsu (Sangue di ferro), Nekketsu (Sangue bollente), Reiketsu (Sangue freddo).
Il film Kizumonogatari riprende immagini e situazioni dei precedenti anime, arricchendoli però di sontuosi effetti digitali. I personaggi sono ritratti come nel resto della serie, in base alle illustrazioni di Vofan (Koyomi con una caratteristica ciocca di capelli spettinata, Kiss-shot con orecchie da elfo e grossi seni, Tsubasa con gli occhiali e seni ancora più grossi, Meme Oshino come un hippy alla “grande Lebowski”). Il film, e in parte gli altri anime, sono caratterizzati dal ricorrente uso di cartelli che interrompono le scene (in particolare con le scritte “Noir” e “Rouge”), spesso velocissimi e illeggibili, oltre a un tradizionale mutarsi periodico delle fattezze dei personaggi in buffi pupazzi.

Statuetta di Kiss-Shot

A Kiss-Shot è dedicato un ricco merchandising, in particolare statuette, ma anche cd musicali e videogiochi per PlayStation. Vendutissimi in Giappone i Blu-ray e DVD con gli anime della saga Monogatari.
La vampira Kiss-Shot, dunque, è un curioso esempio di contaminazione tra l’immaginario occidentale e quello giapponese, da scoprire.

Morbius, il vampiro vivente / 11

Dopo la parentesi delle due saghe Maximun Carnage e Fall from Grace, Morbius riprende le avventure nella sua testata personale, per poi migrare momentaneamente su “Nightstalkers”. L’estate 1993 si conferma il periodo d’oro per Morbius, con una quantità di presenze senza precedenti nei fumetti Marvel.

da “Morbius” n. 10

(“Morbius” n. 10) La prima tavola mostra Morbius appollaiato sopra il cinema dove si proietta il film Bram Stoker’s Dracula ed è proprio sul tetto della sala cinematografica che il vampiro vivente porta uno spacciatore di droga per nutrirsene. La notizia di diverse vittime di vampirismo in città raggiunge i Nightstalkers, il gruppo di esperti del soprannaturale composto da Blade, Frank Drake e Hannibal King. Convinto che sia Morbius il responsabile, Blade vorrebbe ucciderlo, ma Hannibal King lo avvisa telefonicamente del pericolo. Morbius, che vorrebbe trovare una cura oltre che per se stesso anche per l’HIV, scopre che il vampiro attivo a New York è una sua vittima, Slaughter (vedi “Morbius” n. 7). Inseguito da Morbius, il vampiro Slaughter è travolto dai vagoni di una metropolitana, ma sopravvive e fugge. Morbius nel combattimento ha scoperto una nuova mutazione provocata dal sangue di demone che gli è stato iniettato: il suo corpo può diventare flessibile e passare anche attraverso strette aperture. Decide quindi di chiedere aiuto ai Nightstalkers, ma nel frattempo Slaughter ha raggiunto l’ex agente della Cia Stroud perché collabori all’eliminazione di Morbius.

(“Nightstalkers” n. 8) Al cimitero di Boston, Morbius e Hannibal King, che condividono alcune caratteristiche vampiresche, si incontrano senza però riuscire ad accordarsi. Per vendetta, Morbius comincia a mietere vittime in città e i Nightstalkers devono eliminarlo. Sopravvissuto alla spada di Blade, Morbius si scontra con Hannibal King e i due si mordono il collo a vicenda. (“Nightstalkers” n. 9) Morbius e Hannibal King continuano a lottare, anche dopo che Blade li ha separati trafiggendo il vampiro vivente con una lancia. Ma Slaughter ha reclutato per la sua battaglia il sovrumano e demoniaco Stonecold che attacca i Nightstalker e Morbius. Blade si ritira dai combattimenti, perché non accetta di aiutare in alcun modo Morbius. Inseguito da Hannibal King e Frank Drake, il mostruoso Stonecold è neutralizzato e Slaughter si dilegua.

da “Morbius” n. 11

(“Morbius” n. 11) Mentre si trovano a bordo di un’auto, Morbius, Hannibal King e Frank Drake sono attaccati da Slaughter. Ne nasce un violento combattimento al termine del quale Slaughter è fatto a pezzi e gettato in un inceneritore, ma il vampiro sopravvive e medita vendetta. Nel frattempo Stroud ha scoperto l’identità segreta di Morbius e lo raggiunge all’ospedale dove lavora per ucciderlo. Stroud spara a Morbius, che però rende innocui i proiettili grazie al suo nuovo potere capace di rendere fluido il suo corpo. La Cia teneva sotto controllo Stroud e lo cattura durante una sparatoria di fronte all’ospedale, facendolo poi rinchiudere in un manicomio. Slaughter telefona a Stroud e lo minaccia di morte per aver fallito.

Morbius, il vampiro vivente / 10

Nonostante mantenga una sua testata personale, Morbius agli inizi degli anni Novanta continua ad apparire come comprimario in altri albi, in compagnia di svariati supereroi Marvel. E’ il caso dell’avventura Maximum Carnage, un cross-over tra diverse testate imperniate sull’Uomo Ragno, pubblicato nell’estate 1993.

“Web of Spider-Man” n. 102

(“Web of Spider-Man” n. 102) Morbius si unisce all’Uomo Ragno, a Venom, Gatta Nera (Black Cat) e altri supereroi per combattere Carnage (alias Cletus Kasady), un pazzo nato da un serial killer e da un alieno. (“Amazing Spider-Man” n. 378) Morbius si introduce di nascosto nel manicomio di Ravencroft, dove era detenuta Shriek (alias Sandra Deel), alleata di Carnage. Il suo compito è scaricare il file con le informazioni sulla donna. (“Spider-Man” n. 36) Morbius, che ora durante il giorno deve riposare in una camera iperbarica, si unisce ancora ai supereroi in uno scontro con Demoglobin, altro alleato di Carnage. (“Spectacular Spider-Man” n. 202) Lottando contro Shriek e Carnage, Morbius viene messo fuori combattimento, quando esita a uccidere dopo i rimproveri di Gatta Nera alla sua crudeltà. Anche gli altri supereroi sono momentaneamente sconfitti. (“Web of Spider-Man” n. 103) La battaglia contro Carnage e i suoi continua, in una New York sempre più devastata da criminali istigati dal villain. (“Amazing Spider-Man” n. 380) Morbius e Nightwatch trovano il covo di Carnage, ma sono messi in fuga. (“Spider-Man Unlimited” n. 2) Mentre Carnage sta per essere sconfitto da Venom, sui tetti di New York Nightwach riconosce a Morbius di essere stato un valido alleato. Ma il vampiro vivente si chiede se il loro prossimo incontro non sarà tra due nemici.

Una successiva avventura, qualche mese dopo, vede Morbius accanto a un altro celebre supereroe della Marvel, Devil (Daredevil), nella saga Fall from Grace.

(“Daredevil” n. 324) Una super-arma, un virus “telepatico” creato dal Pentagono, è andata perduta e Devil deve impedire che cada in mani pericolose, quelle del culto criminale Snakeroot. Morbius al Belvedere’s Castle di Central Park vede Devil combattere contro gli esponenti di Snakeroot e lo attacca, credendolo un criminale. Chiarito l’equivoco, Morbius si rende disponibile per combattere contro Snakeroot, anche perché spera che il virus possa contribuire a guarirlo dal vampirismo. (“Daredevil” n. 325) Sulle tracce del virus, Morbius chiede informazione a uno dei subumani che vivono nei sotterranei della metropolitana, ma Devil lo raggiunge con Elektra per impedirgli di mettere a rischio il pianeta impadronendosi del virus. Tramortito da una scarica elettrica, Morbius non partecipa quindi allo scontro finale tra Daredevil e Snakeroot.

Morbius, il vampiro vivente / 9

Il 1993 è un anno d’oro per Morbius: compare in ben 16 albi, sia sulla sua testata personale che su altre della Marvel, come “Doctor Strange Sorcerer Supreme” e “Midnight Sons – Unlimited”. Ora riesce ad avere periodi di normalità e sceglie di non uccidere vittime innocenti, ma solo individui che reputa criminali o pericolosi.

da “Morbius” n. 5

(“Morbius” n. 5) Morbius si è trasferito agli ultimi due piani di un grattacielo all’angolo tra 2nd Avenue e Varney Street, nell’East Village di New York, dove ha un laboratorio per studiare con l’amico Weisenthal una cura per se stesso. Un primo siero guaritivo sembra avere successo, tanto che Morbius, tornato umano, cambia nome in Morgan Michaels. Ma l’effetto è di breve durata: dopo aver subito un’aggressione in strada da una banda di balordi, Morbius sente crescere ancora più terribile di prima la sete di sangue. Di nuovo vampiro, sorprende la banda che lo ha derubato e ne fa strage. Ma poco distante trova il corpo maciullato di una ragazza e viene aggredito dal mostruoso Basilisk, un gigantesco rettile creato con il satanismo da uno psicopatico assassino. (“Morbius” n. 6) Sconfitto Basilisk dopo una lotta sui tetti di New York e in una discoteca, Morbius continua a sperimentare antidoti per la sua condizione.

(“Morbius” n. 7) Grazie a un siero, a una dialisi e a una camera iperbarica, Morbius riesce a tornare umano per brevi periodi. Ne approfitta quindi per iniziare a lavorare come ematologo al St. Judes Hospital, ma Stroud, che sappiamo essere stato agente della Cia, gli sta ancora dando la caccia e recluta a questo scopo Victor A. Slaughter, un ex marine con problemi mentali. Mentre Morbius in forma umana è al cimitero per visitare la tomba della sua Martine (“1961-1992” è scritto sulla lapide), gli uomini di Slaughter lo attaccano, crivellandolo di proiettili. Ma subito Morbius torna vampiro vivente e il suo metabolismo lo risana. Uccide tutti i mercenari e seppellisce vivo Slaughter, dopo avergli spezzato braccia e gambe. (“Morbius” n. 8) Nella sua nuova identità di Morgan Michaels, Morbius al St. Judes Hospital deve prestare le prime cure proprio a Slaughter, sopravvissuto ma morente. Slaughter ai poliziotti che gli chiedono cosa sia successo mormora il nome “Morbius” e dagli agenti apprendiamo che sulla vicenda del “famoso scienziato che trasformò se stesso in vampiro” è stato girato un Tv Movie (forse la Marvel stava progettando qualcosa di simile in quel periodo). Per saziare la sete di sangue senza fare vittime innocenti, Morbius attacca una banda di spacciatori, ma dopo essersi abbeverato dalla gola di un tossicodipendente ha delle terribili allucinazioni.

(“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 52) Nel suo sonno allucinato, Morbius non può evitare che della sua mente si impadronisca Incubo (Nightmare), il Signore dei sogni nemico giurato del dottor Strange. E proprio Strange percepisce che Morbius è in pericolo: il suo corpo astrale esplora la casa di Morbius, dove il vampiro vivente dorme in stato comatoso, ed entra nei suoi sogni. Per salvare Morbius, il dottor Strange si trasforma in vampiro e gli succhia il sangue avvelenato, rimanendo a sua volta preda di allucinazioni. Incubo mostra a Morbius la sua ex fidanzata Martine (“nel mondo dei sogni, tutte le cose vive possono essere morte… e tutte le cose morte possono vivere”). (“Morbius” n. 9) Nel sogno orchestrato da Incubo, Morbius si sente un vero vampiro a capo di un regno e fa bere il suo sangue a Martine, trasformandola in vampira. Incubo lo tormenta facendo morire e poi resuscitare Martine, ma il Dottor Strange raggiunge Morbius e riesce a farlo uscire dal sogno. Il prezzo che Strange paga, però, è di rimanere intrappolato nei sogni creati da Incubo. (“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 53) Morbius vuole liberare Strange dall’universo dei sogni, ma a casa del mago si trova di fronte il suo corpo fisico ora posseduto da Incubo. I due combattono, ma il corpo astrale di Strange riesce a liberarsi dal baccello ectoplasmatico in cui era rinchiuso e si impadronisce del corpo di Incubo. Nel mondo reale, il corpo di Strange posseduto da Incubo e il corpo di Incubo posseduto da Strange lottano duramente. Quando Morbius lo morde al collo, Incubo fugge tornando nel suo universo per evitare di rimanere intrappolato nel mondo reale. Il Dottor Strange è salvo e stringe la mano di Morbius.

Sempre nel 1993 fanno qui seguito due storie autoconclusive con Morbius protagonista principale, entrambe nella nuova testata della Marvel “Midnight Sons – Unlimited”, dedicata ai Figli della Mezzanotte.

(“Midnight Sons – Unlimited” n. 1) Morbius è catturato con una rete da Gunther, un uomo in cerca di vendetta perché sua figlia è stata uccisa dal vampiro vivente. Ma Morbius riesce a liberarsi e Gunther lo segue, fino ad assistere a un episodio rivelatore: Morbius salva una ragazza da una banda di teppisti. Ascoltata la storia di Morbius, Gunther lo lascia andare, intimandogli però di non fare più vittime innocenti.

(“Midnight Sons – Unlimited” n.2) La troupe di un programma tv sui grandi criminali ricercati penetra nel rifugio di Morbius. Nonostante siano scacciati dal vampiro vivente, i giornalisti allestiscono un programma in cui gli attribuiscono la responsabilità di alcuni omicidi avvenuti nei sotterranei della metropolitana. Dopo che diverse persone sono state dissanguate nella metro, Morbius decide di indagare. In un tunnel abbandonato trova un laboratorio scientifico e il cadavere mummificato del dottor Emil Kovax, un ematologo sovietico. Dal suo computer ne apprende la storia. Kovax aveva sposato una sua paziente della Transilvania, affetta da vampirismo, ed era nato dalla loro unione un figlio mostruoso, Mordechai, dotato di protuberanze appuntite in tutto il corpo con le quali succhia il sangue trafiggendo le vittime. Prima della caduta dell’Urss, Kovax era fuggito in America per cercare il dottor Morbius, l’unico che a suo parere poteva curare Mordechai. Per proteggere il figlio, Kovax ha costruito uno scafandro che fornisce al giovane mostro sostanze chimiche sostitutive del sangue umano, ma il siero si è esaurito e Mordechai, dopo aver ucciso il padre, cerca nuove vittime nei sotterranei della metropolitana. Quando Mordechai attacca la troupe televisiva ancora alla ricerca di notizie sul “vampiro della metropolitana”, interviene Morbius e lo uccide. Sopravvive solo una giornalista, e Morbius la ipnotizza ordinandole di non occuparsi mai più di vampiri.

Morbius, il vampiro vivente / 8

Agli inizi degli anni Novanta i vampiri stanno per tornare di moda, grazie a film come Bram Stoker’s Dracula di Francis Ford Coppola, e la Marvel fiuta l’aria con grande capacità di anticipazione. Dopo un anno di assenza dalle edicole per il personaggio del vampiro vivente, nel 1992 la Marvel decide quindi di varare un albo interamente dedicato a Morbius, inserendolo tra l’altro in un progetto ardito: creare un cross-over tra vari personaggi, unificati da una storia che prosegue saltando da testata a testata. Nel 1993, poi, la Marvel pubblica anche cinque numeri di una nuova collana “Morbius Revisited”, con ristampe da “Adventure in Fear”.

da “Morbius” n. 1

(“Morbius” n. 1) Ghost Rider e Johnny Blaze sono sulle tracce del criminale sovrumano Blackout e un indizio li porta in un hotel di New York, dove vive Martine Bancroft, la ex fidanzata di Morbius. Martine mostra loro una foto di Morbius, che lei cerca per guarirlo o ucciderlo, e Ghost Rider ricorda di aver visto quel volto in una visione provocatagli da Lilith, la madre di tutti i demoni. Martine racconta la storia di Morbius ed è in contatto con il dottor David Langford che sta cercando una cura per Morbius. In realtà Langford ha creato un siero per uccidere Morbius, su ordine di un misterioso dottor Paine. Lilith vuole a sua volta eliminare Morbius e invia un suo sgherro contro il vampiro vivente. Martine, con l’aiuto di Ghost Rider e Blaze, riesce a portare con la forza Morbius nel laboratorio di Langford per sottoporlo alla cura. Ma, nella notte, un demone di Lilith aveva inserito di nascosto il proprio sangue nel siero destinato a Morbius: quando il vampiro vivente riceve il siero ha una orribile trasformazione e fugge dal laboratorio, andandosi a rifugiare da un amico medico, il dottor Jacob Weisenthal. Tornato momentaneamente umano, ma con nuovi poteri e mutazioni a causa del siero, Morbius cambia look: al suo classico costume sostituisce una tuta di pelle nera (che da questo punto in poi continuerà a indossare) e un lungo cappotto. Quando Morbius torna nel laboratorio di Langford, per recuperare il siero che gli è stato iniettato, trova il corpo di Martine, colpita a morte da un proiettile di Langford perché aveva scoperto il suo tradimento. Furioso, Morbius uccide Langford e poi promette a Ghost Rider di cibarsi solo del sangue di individui malvagi e colpevoli.

(“Morbius” n. 2) Dopo aver vampirizzato vari criminali, Morbius lascia su una delle vittime un messaggio per l’Uomo Ragno, dandogli appuntamento nel luogo del loro ultimo incontro. (“Morbius” n. 3) La richiesta di Morbius ha successo e quando finalmente vede l’Uomo Ragno gli chiede un campione del suo sangue che già una volta l’ha guarito dal vampirismo. Il supereroe rifiuta, ma l’agente Simon Stroud è stato incaricato di neutralizzare il vampiro che sta seminando vittime in città e spara a Morbius. Mentre sta per finirlo, Stroud è abbattuto da una sventagliata di mitra degli uomini del dottor Paine che catturano Morbius. (“Morbius” n. 4) Il dottor Thaddeus Paine, che non prova dolore e ha due mani meccaniche, dedica la sua vita allo studio delle anomalie mediche e ora vuole studiare il caso straordinario di Morbius. Nel laboratorio Paine tortura malati terminali per i suoi esperimenti e sta per sottoporre allo stesso trattamento anche Morbius. Il vampiro vivente riesce a liberarsi, sopprime le cavie umane di Paine per mettere fine alle loro sofferenze e insegue il dottore. E’ però bloccato dall’Uomo Ragno, ma Morbius ha sviluppato un nuovo potere e riesce a controllare la volontà del supereroe, approfittandone per prelevargli un campione di sangue. Nel frattempo Stroud, sopravvissuto grazie a un giubbotto antiproiettile, è sempre sulle tracce di Morbius.

da “Ghost Rider” n. 31

Si interpone a questo punto una partecipazione di Morbius a Rise of the Midnight Son, la saga realizzata attraverso cross-over tra diverse testate. In “Ghost Rider” n. 31 si unisce ad altri otto Figli della Mezzanotte, un gruppo di supereroi soprannaturali (tra i quali ci sono Blade e Ghost Rider), nella battaglia contro Lilith. Nel corso dei combattimenti, Morbius ha occasione di mordere e uccidere il demone che aveva contaminato il siero iniettatogli dal dottor Langford.

I Figli della Mezzanotte contro Lilith (“Ghost Rider” n. 31)

Morbius, il vampiro vivente / 7

Oltre un anno di pausa separa le apparizioni di Morbius accanto ai Fantastici Quattro, concluse nell’estate del 1988, dal suo ritorno in edicola. Questa volta è affiancato dal Dottor Strange, il “mago supremo” che ha il compito di difendere la Terra dalle forze occulte. Nel corso degli albi usciti tra l’autunno 1989 e l’estate 1990, tutti scritti dai coniugi Dann e Roy Thomas, sono inseriti vari riferimenti a Dracula di Bram Stoker.

(“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 10) Il Dottor Strange vede suo fratello Victor, rianimato dopo un lungo periodo in congelamento criogenico aggredito da Morbius nei dintorni di Greenwich Village. Strange e Morbius si affrontano tra arti marziali e incantesimi del mago. Ma Strange è sorpreso delle caratteristiche vampiriche di Morbius, dato che in passato ha eliminato Dracula e tutti i vampiri con la “formula Montesi”. Morbius gli spiega che il vero vampiro, come dimostrano i canini appuntiti, è proprio Victor. (“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 11) Il Dottor Strange riflette con i suoi collaboratori sulla trasformazione di Victor, sottoposto a criogenizzazione quando era morto investito da un’auto dopo una lite con lui.

da “Doctor Strange Socrcerer Supreme” n. 14

Inizia a questo punto la saga in cinque parti The Vampiric Verses. La copertina del primo episodio annunciava: “I vampiri tornano nell’universo Marvel”.

(“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 14) Morbius racconta la sua storia al Dottor Strange e alla sua amante e discepola Clea. Dopo essere stato rilasciato in seguito al processo, Morbius aveva inutilmente tentato di liberarsi definitivamente del suo passato. Durante una vacanza a New Orleans era stato avvicinato da una creola ed era andato a letto con lei. Ma la donna rivelò di essere Marie Laveau, la regina del voodoo, rimasta giovane per due secoli bevendo sangue di vampiro. Dopo che i vampiri erano spariti dalla Terra grazie al Dottor Strange, Marie stava invecchiando e il suo piano era di riportare Morbius allo stato vampirico per abbeverarsi del suo sangue. Morbius, drogato e sottoposto a scariche eletteriche, era così tornato al suo stato di vampiro vivente. Ma il suo sangue non aveva avuto effetto su Marie che quindi aveva convocato Victor Strange, l’unico vero vampiro al mondo: la responsabilità per la trasformazione di Victor in vampiro era del Dottor Strange che, cercando di riportare in vita il fratello quando era congelato, aveva effettuato diversi incantesimi dal Libro dei Vishanti, pronunciando involontariamente anche i “Versi Vampirici”. (“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 15) Victor raggiunge Marie Laveu che lo nomina Barone Sangue (Baron Blood). Un primo attacco ai due da parte di Morbius e del Doctor Strange con i suoi discepoli non ha successo. (“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 16) Scovati finalmente Marie e il neovampiro ad Haiti, Morbius con il Doctor Strange e i suoi catturano Victor (che ora indossa un costume da pipistrello), ma Marie Laveau fugge con l’antico libro magico Darkhold. (“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 17) Marie, sfuggita nuovamente a Morbius e al Dottor Strange a New Orleans, si rifugia in una casa nelle paludi della Louisiana, dove intende evocare i vampiri con i “Versi Vampirici”. (“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 18).Marie materializza Lord Varnae, il primo di tutti i vampiri, ed è raggiunta da Victor che è riuscito a liberarsi. Arrivano però Morbius e il Dottor Strange che, con l’aiuto di Jericho Drumm, alias Fratello Voodoo (Brother Voodoo), catturano Marie e Victor, mettendo in fuga Varnae.

(“Doctor Strange Sorcerer Supreme” n. 20) Conclusa la saga The Vampiric Verses, Morbius spera che il Dottor Strange possa guarirlo dal vampirismo grazie al Libro dei Vishanti, ma le pagine che potrebbero salvarlo sono sparite durante un incantesimo nella lotta contro Marie Laveau. Il vampiro vivente torna quindi alle sue ricerche nel laboratorio di Los Angeles.

da “Spider-Man” n. 13

Nel 1991, un anno dopo le sue avventure con il Dottor Strange, Morbius ricompare sulle pagine del nuovo mensile “Spider-Man”, dove l’Uomo Ragno indossa un nuovo costume nero e lo stile delle tavole è innovativo. Morbius è al centro della storia in due parti Sub City, scritta e disegnata da Todd McFarlane.

(“Spider-Man” n. 13) Reso quasi folle dalla sete di sangue, Morbius si è messo a capo delle creature subumane che da decenni vivono nei sotterranei di New York. In cambio di protezione, i subumani forniscono vittime a Morbius. (“Spider-Man” n. 14) Indagando sulla sparizione di molti senzatetto, l’Uomo Ragno penetra nei sotterranei e si scontra con Morbius. L’accordo tra Morbius e i subumani era che non gli portassero mai vittime innocenti, ma le creature che vivono nei sotterranei non sapevano discernere. Impressionato dal male che ha fatto, Morbius si allontana dai sotterranei in preda alla disperazione, mentre l’Uomo Ragno si ripromette di trovare per lui una cura.

Morbius, il vampiro vivente / 6

Gli anni Ottanta si aprono con un cambiamento radicale del personaggio Morbius. Ora è di nuovo umano e si limita a ruoli di secondo piano in diverse testate della Marvel. Forse si riteneva esaurito l’interesse dei lettori per i vampiri, dato che anche la lunga saga di “The Tomb of Dracula” si conclude nello stesso periodo.

Morbius umano in “The Savage She-Hulk” n. 9

Le avventure del Morbius umano si avviano con “The Savage She-Hulk” n. 9 (1980). Non più vampiro, Michael Morbius continua la sua attività di scienziato. Quando analizza il sangue dell’avvocato Jen Walters (ignorando che la donna può trasformarsi in She-Hulk dopo una trasfusione ricevuta dal cugino Bruce Banner, alias Hulk) scopre che la ragazza soffre di una pericolosa e mortale malattia degenerativa. (“The Savage She-Hulk” n. 11) Nelle sue ricerche Morbius ha finalmente scoperto un siero capace di spegnere per sempre la sua sete di sangue, che continua anche dopo il ritorno alla condizione umana. Ma il siero che sintetizza è poco ed è lo stesso che può guarire Jen. Morbius è combattuto tra il desiderio di guarire se stesso e quello di salvare la ragazza che ne ha bisogno urgente altrimenti morirà. (“The Savage She-Hulk” n. 12) Alla fine prevale l’altruismo e il siero guarisce Jen. Morbius però è stato riconosciuto dai parenti di alcune delle sue vittime, uccise quando lo scienziato era il vampiro vivente. Portato a processo, Morbius è difeso proprio da Jen che riesce a ottenere il suo rilascio dimostrando che era indotto a uccidere contro la sua volontà. I coniugi Leclerc, genitori di una delle ragazze uccise da Morbius, non si rassegnano e si rivolgono a Gemini, i temibili gemelli dai superpoteri dell’universo Marvel. I gemelli rapiscono Morbius e Jen, portandoli su una scogliera per giudicarli. I Leclerc vorrebbero la pena di morte per Morbius, mentre i Gemini si riservano di decidere. Per non coinvolgere ulteriormente Jen, Morbius si getta dalla scogliera, ma è salvato da Gemini. I Lecrerc, convinti che Morbius non fosse in sé quando uccideva e decisi a non trasformarsi a loro volta in assassini, accettano di liberarlo.

Morbius con gli altri scienziati in “Fantastic Four” n. 266

In “The Savage She-Hulk” n. 18 Morbius avvisa telefonicamente Jen che, nonostante la cura, rischia di trasformarsi in She-Hulk contro la propria volontà. E’ ancora Jen che, in “Fantastic Four” n. 266 (1984), convoca Michael Morbius, come esperto di radiologia del sangue, insieme a due dei massimi studiosi di radiazioni, Walter Langkowski e Bruce Banner (alias Hulk), oltre a Reed Richards (alias Mister Fantastic), per curare Susan Storm (alias la Donna Invisibile) che è incinta e rischia di perdere il figlio a causa di radiazioni sconosciute. (“Fantastic Four” n. 267) Morbius caldeggia il coinvolgimento per una consulenza di Octopus, il villain che era un esperto radiologo diventato pazzo dopo un esperimento. (“Fantastic Four” n. 268) L’aiuto di Octopus non si realizza e Susan perde il bambino.

Un ruolo marginale spetta di nuovo a Morbius nelle sue apprizioni in “The West Coast Avengers” e “Fantastic Four”, tra il 1986 e il 1988.

da “Fantastic Four” n. 315

(“The West Coast Avengers” n. 5) Tigra, la tigre antropomorfa dei Vendicatori (Avengers), vuole vincere il lato felino della sua personalità e ha scoperto che nelle sue origini è implicato Licantropus, alias Jack Russell. I Vendicatori trovano Russell sotto le cure del dottor Morbius (che in questo albo, pur essendo umano, ha riacquistato le fattezze mostruose del vampiro vivente), ma all’improvviso Licantropus sfonda la porta dietro cui era rinchiuso e rapisce Tigra. Neutralizzato Licantropus, i Vendicatori apprendono che Morbius ha avuto a che fare con il Popolo Felino da cui discende Tigra. (“The West Coast Avengers” n. 6) Morbius indirizza i Vendicatori alla vecchia casa di Daemond, per evocare l’uomo felino Balkatar (che come abbiamo visto Morbius ha incontrato in “Adventure into Fear” n. 22).I supereroi raggiungono la casa e, evocato Balkatar, si fanno portare nel regno del Popolo Felino, discendente dai gatti domestici. Là Tigra è corteggiata da Balkatar e apprende nuovi dettagli sulle sue origini.

In “Fantastic Four” n. 315 Morbius racconta la sua avventura nella “Terra Interna” e con il popolo di Arcturus (che si era svolta negli albi di “Adventure into Fear”), rivelando di aver lasciato inciso su una pietra il resoconto delle sue vicissitudini in quel mondo parallelo. La pietra è ritrovata dal demoniaco Master Pandemonium che vuole usarne le informazioni per raggiungere la Terra. Intanto un gruppo di supereroi si reca ad Arcturus e viene teletrasportato nell’Antartico. (“Fantastic Four” n. 316) Tra i ghiacci è chiamato anche Morbius, in virtù della sua esperienza nella “Terra Interna”. (“Fantastic Four” n. 317) Dopo varie vicissitudini, i Fantastici Quattro trovano una strana macchina aliena sotto i ghiacci dell’Antartico, ma il ruolo di Morbius è di semplice spettatore.