Lugosi a fumetti

Bela Lugosi è morto nel 1956 in quasi povertà, dopo aver ridotto le sue apparizioni cinematografiche ai film a costo zero di Ed Wood. Chissà se avrebbe mai previsto che la sua immagine sarebbe diventata fonte di reddito per i suoi eredi. Esiste infatti la Lugosi LLC, con tanto di CEO nella persona della nipote dell’attore, Lynne Lugosi Sparks, che capitalizza sull’icona dell’antica star dell’horror. Ultima iniziativa, la partnership con la Legendary Entertainment per realizzare un fumetto su Dracula dove l’immortale vampiro avrà le fattezze di Bela Lugosi.
Atteso per la fine del 2020, Bram Stoker’s Dracula Starring Bela Lugosi sarà firmato da El Garing e Kerry Gammill (già responsabile dei fumetti Bela Lugosi’s Tales From the Grave).

Rutger il vampiro

Tutti i film vampireschi di Rutger Hauer.

Rutger Hauer, scomparso il 19 luglio 2019, è più volte apparso in film vampireschi, sia in ruoli di succhiasangue (Dracula compreso) sia di cacciatore di vampiri. In tutto, ha avuto tre parti da vampiro, due da cacciatore e due partecipazioni di contorno a film del filone.

Rutger Hauer è Dracula in “Dracula III” (2005)

La prima apparizione vampiresca di Rutger Hauer si ha nel 1992 con Buffy – L’ammazzavampiri (Buffy the Vampire Slayer) di Fran Rubel Kuzui, il film che doveva imprevedibilmente anticipare l’omonima serie tv di grande successo. Hauer interpreta Lothos, re vampiro che ha come servo Amilyn, interpretato da Paul Reubens (già noto per il personaggio surreale di Pee-Wee Herman). Buffy pianterà un paletto nel cuore di Lothos e lo eliminerà.

Il vampiro Lothos in Buffy – L’ammazzavampiri (1992)

Nella miniserie tv Salem’s Lot (2004), tratta dal romanzo di Stephen King, Hauer è il terribile vampiro Kurt Barlow che porta la morte nella cittadina di Jerusalem’s Lot. Pare che durante le riprese Hauer fosse in grossa difficoltà a recitare le sue battute, creando non pochi problemi alla troupe.

Il vampiro Kurt Barlow in “Salem’s Lot” (2004)

Nel 2005 Hauer è in Dracula III – Il testamento (Dracula III: Legacy), di Patrick Lussier. Per l’attore c’è la parte del conte Dracula (che in questa serie di film coincide con la figura di Giuda Iscariota), di ritorno al suo castello in Romania. Lo scontro con padre Uffizi, diventato vampiro, porta alla sua fine tramite decapitazione.

Poster per “Dracula III” (2005)

Oltre alle tre apparizioni come vampiro, Hauer annovera altri ruoli nell’immaginario vampirico, dove però non fa parte del plotone dei succhiasangue.

The Reverend (2011) di Neil Jones vede il nostro nella parte di Satana che tratta con Dio la possibilità di impadronirsi dell’anima di un prete. In seguito all’accordo tra i due sommi rivali, il prete viene trasformato in un vampiro.

Satana in “The Reverend” (2011)

Rutger Hauer è Abraham Van Helsing, il celeberrimo cacciatore di vampiri, per Dracula 3D (2012) di Dario Argento.

Abraham Van Helsing in “Dracula 3D” (2012)


In 6 episodi della sesta stagione della serie tv True Blood (2013) è Niall Brigant, soprannaturale re delle Fate, capace di percepire la presenza di un vampiro e in grado di sfuggire agli attacchi dei non-morti grazie al teletrasporto. Nell’antichità, Niall ha avuto la sua famiglia sterminata dal vampiro ibrido Macklyn Warlow e gli dà la caccia attraverso i secoli. Inizialmente, proprio Hauer doveva interpretare Macklyn, ma poi gli venne assegnata la parte di Niall.

Niall Brigant in “True Blood” (2013)

Un’ultima apparizione di Hauer in un film di vampiri si ha con un cammeo in Corbin Nash (2018). A lui, nel ruolo di un poliziotto, spetta il compito di rivelare al giovane collega Corbin Nash (Dean S. Jagger) che appartiene a una stirpe di cacciatori di demoni e vampiri.

Poster per “Corbin Nash” (2018)

Vampiri a fumetti: Carlo Peroni

Disegno di Carlo Peroni (da “Psyco” n. 3)

Nel panorama del fumetto italiano di vampiri un posto di riguardo spetta a Carlo Peroni (1929-2011), grande disegnatore e fumettista a volte noto come Perogatt.
Il primo vampiro di Peroni, in chiave comica, compare nelle strisce di “Zio Boris”, avviate sulla mitica rivista “Horror” (prima serie pubblicata dal dicembre 1969 al novembre 1971), e in seguito riprese con disegni di Daniele Fagarazzi. Era una versione all’italiana della Famiglia Addams, dove accanto a uno pseudoDracula (Drak) e a una pseudoMorticia (Bloody Mary) c’era un licantropo, un mostro di Frankenstein, un fantasma, un teschio parlante e una “cosa” misteriosa.

Il “cast” di Zio Boris (da “Horror” n. 3)

I vampiri di Zio Boris riappariranno anche in versione edulcorata per “Il Corriere dei Ragazzi”.

Zio Boris da “Il Corriere dei Ragazzi”

Qui un’altra pagina, dal numero 1 di “Horror”, con una ulteriore rielaborazione comica del vampiro da parte di Peroni.

da “Horror” (n. 1)

Sulla stessa rivista “Horror” Peroni firmò anche una suggestiva locandina per Nosferatu, pubblicata in apertura di un adattamento a fumetti del film di F. W. Murnau con testi di Alfredo Castelli – Marco Baratelli e disegni di Gianni Grugef.

Disegno di Carlo Peroni da “Horror” (n. 4)

I vampiri di Peroni ritornano poi nel 1970 su “Psyco”, rivista nata come spin-off di “Horror”, con l’attiva presenza di firme della testata capostipite, da Alfredo Castelli a Pier Carpi.

Copertina del n. 4 di “Psyco” con Vlad Drakul / Nosferatu

Di “Psyco”, nonostante dichiarasse di vendere 20mila copie, uscirono solo sei numeri, tutti con copertine di Peroni e fumetti, tra gli altri, di Bonvi (con testi di Francesco Guccini), Guido Buzzelli e dello stesso Peroni. Due i personaggi vampireschi proposti da Peroni in “Psyco”. Il primo appariva nella striscia umoristica “Casimiro vampiro crumiro” che tentava una fievole satira politica sui conflitti sociali dell’epoca e riproponeva nel tratto il vampiro di “Zio Boris”.

da “Psyco” n. 3

Su “Psyco” Peroni propose soprattutto la straordinaria serie horror a fumetti “Van Helsing detective del soprannaturale”. Su testi di Baratelli – Castelli, seguivamo le avventure di Van Helsing, dal volto che sembrava un mixaggio di Peter Cushing e Christopher Lee in una sola persona. Il suo avversario era Vlad Drakul, dalle fattezze identiche a Nosferatu. Le storie puntavano molto sull’occulto, la magia nera e i temi classici lovecraftiani e vittoriani (Jack lo Squartatore, per esempio). Sono solo 5 le avventure di Van Helsing pubblicate da “Psyco”, ma il fumetto resta un esempio eccezionale e innovativo, dalle grosse scritte che occupano gran parte delle pagine, al montaggio ardito delle tavole, all’ibridazione di argomenti goticheggianti. Anticipatore, tra l’altro, il ruolo da protagonista assegnato al vampirologo Van Helsing, ben prima che Hollywood effettuasse la stessa operazione.

da “Psyco” n. 1

Carlo Peroni, nel lontano 1971, durante le “3 giornate del fumetto” a Genova, mi dedicò una caricatura con il suo classico “Drak/Casimiro”, che qui riproduciamo per la prima volta.

Gli album di Christopher Lee

Dalla pagina Facebook Dracula il vampiro – Il libro: La vedova di Christopher Lee, Birgit, ha appena donato al British Film Institute (BFI) tre scrapbooks collezionati dall’attore. Gli album contengono foto dai film di Lee tra il 1948 e il 1972, alcune mai viste prima. Una delle pagine che sono state rese note è dedicata a “Dracula”. Le scritte e gli appunti sotto le foto sono di Lee, come si nota dalla sua particolare calligrafia. In questo caso c’è solo la scritta “Dracula”, che fa pensare al film del 1958.

La foto a destra è certamente uno degli scatti pubblicitari dell’epoca, come evidenzia anche il numero di serie in basso (la foto è pubblicata anche nel libro “Dracula il vampiro” a pagina 256). La foto a sinistra non sembra provenire invece dal “Dracula” di Terence Fisher del 1958. Il mantello, infatti, ha una fodera chiara, mentre nel “Dracula” originario era interamente nero. Solo dal successivo “Dracula Prince of Darkness” il mantello del conte acquisisce una fodera rossa.

Vampiri da mangiare / 1

Patatine, caramelle e cereali nel nome di Dracula.

L’immagine del vampiro, e di Dracula in particolare, è stata utilizzata innumerevoli volte per dolciumi e altri snack. Diventato maschera popolare, il vampiro si rivela un richiamo efficace soprattutto per i giovanissimi, attratti inevitabilmente dal mostruoso, anche quando devono sgranocchiare una caramella. Ecco una prima rassegna di vampiri da mangiare.

Caramelle svedesi
Patatine greche
Lecca-lecca spagnoli
Gelatine americane

E per finire, il più celebre dei Dracula da mangiare, Count Chocula, linea di cereali americani in vendita dal lontano 1971 e popolarissimi negli Usa. Qui di seguito uno dei tanti spot di Count Chocula.

Dracula in fabbrica

E’ da poco riemerso uno sconosciuto film amatoriale italiano del 1969, Nosferatu 70. Nel luglio 2018 il film è stato proiettato nella chiesa di Borgo S.Pietro a Ferrania (dove vennero girate alcune scene). A ricordare i tempi andati (e il lavoro in loco ormai sparito) si sono ritrovati tanti cittadini e molti di coloro che parteciparono alle riprese di Nosferatu 70.

Il poster per la proiezione di “Nosferatu 70” (1 luglio 2018)

Ferrania, frazione di Cairo Montenotte, in provincia di Savona, era sede allora della Ferrania, celebre ditta acquistata dagli americani che produceva pellicole fotografiche e fotocamere, dando lavoro a circa 5000 persone. Oggi la cittadina subisce le conseguenze della fine di ogni attività produttiva della ex Ferrania (sopravvive solo una linea di pannelli solari), molti tirano avanti con la cassa integrazione, le case dove abitavano i dipendenti sono in stato di abbandono e la decadenza ha colpito pesantemente l’edificio dell’ex dopolavoro.
Il regista di Nosferatu 70 era un estroso dirigente della Ferrania, Alberto Guzzi. Già campione italiano di salto triplo, chimico, era appassionato di cinema e soprattutto di vampiri. Decise così di coinvolgere la sua azienda e gli abitanti di Ferrania per girare Nosferatu 70. Tutto il paese collaborò al film, soprattutto dirigenti e dipendenti dell’azienda chimica, con i loro figli. Bruno Occhetto, un altro dirigente della Ferrania, era l’operatore alla cinepresa 8mm, mentre Gizzi stesso interpretava il vampiro del film.

Un fotogramma da “Nosferatu 70”


Muto con didascalie, in bianco e nero, il film univa situazioni tipiche del cinema horror a siparietti apertamente comici. La trama inventa la storica presenza di un vampiro nei boschi di Ferrania e segue il ritorno di Nosferatu nel paese. Il vampiro ha un servo gobbo, morde belle fanciulle e dorme in un armadio della sacrestia di Borgo S.Pietro (gentilmente offerta per le inquadrature dal prete di Ferrania). Ma, al modo del film Hanno cambiato faccia di pochi anni dopo (1971), lo si vede anche come dirigente d’azienda mentre entra alla Ferrania in giacca, cravatta e valigetta 24 ore.
Nel 1969, anno di grandi conflitti sociali (ma anche della prima apparizione nelle edicole italiane del fumetto “Jacula”), una fabbrica ha quindi ospitato la visita di Nosferatu. Altri tempi, quando attorno alla fabbrica si creavano legami sociali e si viveva uno spirito di comunità. Persino nel nome dei vampiri.
Qui sotto una sintesi del film offerta dal sito web del quotidiano ligure “Il Secolo XIX”.

Una sintesi di “Nosferatu 70” dal sito di “Il Secolo XIX”

Musica vampira / 3

Anni Ottanta: si moltiplicano i videoclip a tema vampiresco. Qui di seguito quattro esempi significativi. Il primo vede il cantante rock americano Eddie Money in abbigliamento draculesco, tra inserti in bianco e nero nello stile degli horror Universal, per Think I’m In Love (1982).

Non un vero e proprio videoclip, ma i titoli di testa per il film The Hunger (Miriam si sveglia a mezzanotte, 1983) di Tony Scott rappresentano la più efficace resa visiva di Bela Lugosi’s Dead della band britannica Bauhaus.

Il tipico kitsch anni Ottanta, senza la raffinatezza anticipatrice di The Hunger, è la caratteristica di The Warrior (1984) del gruppo americano Scandal, dove le atmosfere vampiriche sono coronate da balletti e vestiti tipici del decennio. La cantante è Patty Smyth (da non confondere con Patti Smith).

A testimoniare la presenza del vampiro nell’immaginario anni Ottanta, anche la cantante italiana Spagna sceglieva temi vampireschi, di nuovo con inserti in bianco e nero, per il videoclip di I Wanna Be Your Wife (1988).

Una copertina misteriosa

C’era un mistero intorno a una delle edizioni italiane del romanzo Dracula di Bram Stoker. Quando in Italia uscì il film Dracula il vampiro, la Longanesi pubblicò subito una nuova traduzione del romanzo, ma invece di mettere in copertina un’immagine del film di Terence Fisher che stava sbancando i botteghini, scelse un fotogramma da un film ignoto, colorizzandolo. Un uomo dai capelli radi e dal volto verdastro si accanisce su una figura femminile. A quale film apparteneva quell’immagine?

“Dracula il vampiro”, edizione del 1959

Non era certo una foto da precedenti film di vampiri e gli attori non erano facilmente identificabili. Il mistero, però, può essere svelato. Per qualche strana ragione, dagli archivi della Longanesi evidentemente venne fuori una foto da un film muto del 1922, La casa sotto la neve di Gennaro Righelli e interpretato da Alberto Capozzi e Maria Jacobini. Il maschio predatore che ghermisce una donna doveva essere sembrato efficace per promuovere il libro di Stoker, senza incappare in problemi di diritti.

“La casa sotto la neve”

Nel film di Righelli, un dottore si infatua di una ragazza e, quando questa decide di sposare un altro, la rapisce e la porta in una baita tra la neve, dove cerca di violentarla. Qui di seguito un frammento di La casa sotto la neve che contiene la sequenza da cui venne tratta la foto per la copertina di Dracula.

Una sequenza da “La casa sotto la neve” (1922)

Pubblicità vampiresche / 4

Birra e vampiri: un’accoppiata vincente, almeno secondo la Heineken che ha più volte scelto Dracula e i vampiri come testimonial. Nel 1993 ecco una vampira abbigliata quasi al modo di una protagonista del Bram Stoker’s Dracula di Francis Ford Coppola.

Pubblicità Heineken (1993)

Dieci anni dopo arriva Dracula in persona e la Heineken si autoproclama “sponsor ufficiale di Halloween”.


Pubblicità Heineken (2003)

Passa qualche anno e, per Halloween 2006, Dracula si trova in compagnia degli altri classici mostri Universal (la creatura di Frankenstein e l’uomo lupo).


Pubblicità Heineken (2006)

Lo sposalizio tra la birra Heineken e Dracula si ripete anche negli spot, come dimostrano i tre esempi qui di seguito. Come per le pubblicità cartacee, il vampiro è demitizzato, collocandolo in situazioni umoristiche, pur senza rinunciare a tombe e canini appuntiti.

Il risveglio di Dracula

Un reperto curioso: “Il risveglio di Dracula”, uno spettacolo che si ripete da vent’anni nei dintorni di Roma. Un esperimento nazional-popolare di divulgazione del vampirismo e dei suoi miti, attraverso una “messa in scena” che viene rappresentata ogni sabato e domenica dal lontano 1996 per famiglie e giovanissimi. Tra il serio e il faceto, il pubblico visita le sale di un castello, fino ad arrivare alla tomba di Dracula, che immediatamente si risveglia e ghermisce una vittima tra il pubblico (naturalmente si tratta di un’attrice, nascosta tra i presenti).
Delle prime rappresentazioni del Risveglio di Dracula rimane solo un video amatoriale, dal quale abbiamo selezionato alcune scene, purtroppo di scarsa qualità (anche perché gran parte della rappresentazione si svolgeva al buio), ma che danno un’idea del progetto.

“Il risveglio di Dracula” al castello di Bracciano

L’evento Il risveglio di Dracula nasce nel 1996 all’interno del Fantastico mondo del fantastico, un parco a tema dedicato al mondo della fantasia e dell’immaginazione che utilizza come luogo e scenario dell’azione un vero, antico castello (inizialmente il castello di Bracciano, poi quello di Lunghezza).
Inventato e diretto da un ex regista teatrale, il parco offre a bambini e famiglie la possibilità di vivere “dal vivo” il mondo dell’immaginario grazie ad attori e comparse che tra i cortili e le sale di un castello incarnano supereroi, personaggi delle fiabe, mostri famosi.
Tra quanti si sono fatti le ossa al Fantastico mondo del fantastico c’è l’attore Claudio Santamaria (oltre a Paola Cortellesi nel ruolo di Biancaneve) che in un’intervista ha ricordato con nostalgia quei suoi primi passi: “C’era Dracula, c’era il risveglio di Dracula, era bello… ” (intervista a spettacoli.leonardo.it del 10 febbraio 2016).
Nel corso degli anni la pièce ha subito vari rimaneggiamenti (ma l’ossatura rimane invariata) e ultimamente il personaggio di Renfield, che accompagnava il pubblico nel corso dell’evento, è stato grottescamente sostituito. Lo rivela nel 2016 un comunicato stampa del Fantastico mondo del fantastico: “Il Risveglio di Dracula: sarete accompagnati nelle segrete del castello, dove vivrete emozioni indimenticabili con il Conte Dracula e la sua bizzarra anfitriona Morticia Addams.“

“Il risveglio di Dracula” al castello di Lunghezza

“Il risveglio di Dracula” al castello di Lunghezza

Probabilmente in Italia poche rappresentazioni teatrali (se vogliamo chiamare così il breve “evento” di circa mezz’ora ai castelli di Bracciano e Lunghezza) possono vantare di recente una tale longevità: vent’anni di ininterrotta messa in scena. Una soddisfazione, ovviamente, per chi ha scritto il testo, scelto le musiche e collaborato alla prima realizzazione concreta, anche se in tanti anni nemmeno un centesimo è entrato nelle tasche dell’autore (il vampirismo ha tante forme, può succhiare sangue, energia e anche soldi…).
Resta il fatto che Il risveglio di Dracula, per il suo lunghissimo successo, si rivela una propaggine di quella “Italia lunare”, dove antiche leggende dimostrano permanente presa sulla società italiana, di cui parla Fabio Camilletti in un suo recente libro.

Il titolo della “pièce”, Il risveglio di Dracula, è identico a quello di un film inesistente del 1963, rigorosamente riportato da Imdb e da tante filmografie vampiresche: Il risveglio di Dracula di Umberto Paolessi. Peccato che il film non esista, ma sia un fotoromanzo della serie “Malia – Fotoromanzi del brivido” di cui Paolessi era direttore responsabile (numero 28, maggio 1963).
Per quanti vogliano leggere il testo originale della pièce Il risveglio di Dracula, ecco un pdf da scaricare: clicca qui.