GLI ALTRI VIAGGI DEL “DEMETER”

E’ appena arrivato nelle sale il film Demeter – Il risveglio di Dracula di André Øvredal. Nel recente passato, però, non sono mancati gli omaggi alla traversata della nave Demeter verso l’Inghilterra, come descritta in Dracula di Bram Stoker. A parte le sequenze di vari film su Dracula in cui si assiste al viaggio navale del vampiro (per primi Nosferatu di F.W. Murnau e Dracula di Tod Browning), una specifica attenzione è stata dedicata a quella parte del romanzo. Un esempio interessante è Demeter (Edicions de Ponent, Alicante 2007), con testi e disegni di Ana Juan. Il volume illustrato riproduce parti del registro di bordo “da Varna a Whitby” accompagnato da grandi immagini a tutta pagina. Il volume, tra l’altro, contiene un breve saggio di Felipe Hernandez Cava sul rapporto tra Stoker e il mare. Curiosamente, il vampiro per quanto stilizzato ha le stesse caratteristiche animalesche simili a un pipistrello che si ritrovano nel film Demeter – Il risveglio di Dracula.

La copertina e un’illustrazione di Demeter.
Una doppia pagina da Demeter.

Un fumetto pubblicato nel 2010 dalla IDW in quattro albi aveva addirittura un sottotitolo identico al film di Øvredal, che in originale è The Last Voyage of the Demeter. Si tratta di Death Ship – The Last Voyage of the Demeter, scritto da Gary Gerani e illustrato da Stuart Sayger. Con suggestivi disegni a colori si ripercorrono le allucinazioni della ciurma, decimata dal vampiro, fino a che resta solo il capitano (non manca un bambino a bordo). Anche in questo caso il vampiro sulla nave ha l’aspetto mostruoso delle illustrazioni di Ana Juan e del film di Øvredal.

La copertina del n. 4 di Death Ship e una tavola del fumetto.
Un’altra immagine da Death Ship.

Nel 2012 è stato girato un cortometraggio ispirato alle stesse pagine del romanzo di Stoker, The Final Voyage of the Good Ship Demeter, diretto da Bryan Enk. E’ un monologo in cui si raccontano gli orribili eventi sulla nave, con il protagonista inquadrato continuamente in primo piano. Enk è un filmmaker dell’Ohio che ha la passione (o l’ossessione) per Dracula di Stoker. Ha dedicato una lunga serie di sue opere al celebre personaggio. Innanzitutto la trilogia Dracula (1993), Dracula Returns (1994) e Blood Daughter (2022). Poi il corto Mina Seward (2001) e il monologo The Curious Case of R.M. Renfield (2006). ​In lavorazione dal 2007, è annunciato per il 2023 The Heartless Cruelty of Lucy Westenra, altro monologo ispirato a Stoker. I film di Enk sono visibili su Vimeo.

The Final Voyage of the Good Ship Demeter, diretto da Bryan Enk.

Da segnalare, infine, lo spettacolo teatrale Nosferatu del Proper Job Theatre, in tour per la Gran Bretagna nel 2015. Riportiamo dal libro Nosferatu – Il capolavoro di F. W. Murnau un secolo dopo: “Su un testo scritto dal poeta inglese Ian McMillan e con musiche di Rod Beale, si svolge interamente a bordo della nave che trasporta il conte Orlok (da Varna a Whitby, come nel romanzo). La scena è quasi buia, con effetti speciali creati da un illusionista, tre soli attori e una cantante. Orlok di fatto non si vede, ma ‘possiede’ il corpo del capitano della nave. Dopo essere stato vampirizzato, il capitano si toglie il lungo soprabito e rivela la militaresca giacca con i bottoni di Orlok, protendendo le mani ad artiglio”.

Nosferatu del Proper Job Theatre.

NOSFERATU: il libro del centenario

Da non perdere il libro Nosferatu. Il capolavoro di F. W. Murnau un secolo dopo di Fabio Giovannini per sapere tutto sul film del 1922 e sulla sua disseminazione nell’immaginario. Un grande libro illustrato di 400 pagine, in edizione fuori commercio a tiratura limitata solo per fan e collezionisti.

Su richiesta, dal libro Nosferatu qui di seguito in esclusiva le pagine sul rapporto tra il film di Murnau e l’occulto (cliccare sulle immagini per allargarle). Ordina il libro sul sito web ivoscanner.it/nosferatu.

NOS4A2

Il libro, il fumetto, la serie.

Tre “media” hanno veicolato negli ultimi anni una stessa storia di vampiri, non priva di originalità: un libro, un fumetto e una serie tv. Si tratta della saga di NOS4A2, o meglio di Charlie Manx, soprannaturale vampirizzatore di bambini (la sigla, che rimanda ovviamente a Nosferatu se si pronunciano i numeri all’inglese, è in realtà la targa dell’auto di Manx).

Edizione italiana di “NOS4A2”

Tutto inizia nel 2013 con il romanzo, scritto sotto pseudonimo (Joe Hill) da uno dei figli di Stephen King e apparso in italiano come NOS4A2 – Ritorno a Christmasland (Sperling & Kupfer, 2014).
Sorta di serial killer dai tratti soprannaturali, Manx percorre l’America a bordo di un’antica Rolls Royce con la quale è strettamente interconnesso: rapisce bambini, li trasforma in vampiri e li rinchiude nel suo regno immaginario, Christmasland, sorta di parco a tema dedicato al Natale. Se non si nutre dell’innocenza dei piccoli, il vampiro rapidamente invecchia e deperisce.
Il romanzo rimastica temi classici del padre di Hill, da Christine (la Rolls Royce è indubbiamente una “macchina infernale”) a Shining (la protagonista Vic possiede una sorta di “luccicanza”). Quando si leggono le descrizioni della vita precedente dei vari personaggi, sembra quasi una parodia di certi leit-motiv kinghiani. Sorge il dubbio se sia proficuo che i “figli di” seguano i padri in letteratura. Personalmente ho sempre diffidato di scrittori (e politici) che trovano la strada spianata non tanto per le loro qualità, ma grazie alla stretta parentela, per di più se si impegnano nello stesso genere (o partito, nel caso dei politici). Certo, il romanzo di Hill/King non manca di suggestioni interessanti, ci presenta affascinanti “bambini cattivi” e dà un colpo mortale alla bellezza del Natale. Ma le ambizioni sembrano al di sopra del risultato.

Il fumetto che sviluppa i temi di “NOS4A2”

Joe Hill ha poi sviluppato alcune parti del romanzo sceneggiando un fumetto uscito in concomitanza del libro, Wraith, con efficaci disegni ironici quanto raccapriccianti di Charles Paul Wilson III. “Wraith” in inglese significa “spettro”, ma è un riferimento anche all’automobile di Charlie Manx, una Rolls Royce Wraith. La trama si dilunga sulla vita passata di Manx, sulle origini della sua crudeltà, e rappresenta un bizzarro prolungamento a fumetti del romanzo.

In alto Ruggero De Ceglie dei “Soliti idioti”, in basso Charlie Manx nella serie “NOS4A2”

Veniamo alla serie tv. Il primo problema della serie è il casting. Nel ruolo principale c’è Ashleigh Cummings, nata nel 1992, che ha dieci anni più della protagonista che interpreta, mentre l’attrice che recita nel ruolo di sua madre, Virginia Kull, nata nel 1981, ha solo 11 anni meno di lei (e sembra quasi più giovane della figlia quando sono riprese in inquadratura ravvicinata). Il vampiro è interpretato da Zachary Quinto, di origini italo-americane da parte di padre, che dà il meglio soprattutto con la voce cantilenante (nella versione originale) e lenta. Il suo vampiro indossa un vestito simile a una divisa nordista della guerra civile americana, ma anche al cappotto del Nosferatu di Murnau. Purtroppo i passaggi di età del personaggio sono visualizzati tramite un make up a volte grottesco, che allo spettatore italiano ricorderà quello (costato sicuramente molto meno, tra l’altro) di Ruggero De Ceglie, il proprompente vecchiardo dei “Soliti idioti” (ringrazio una cara amica per avermi fatto notare l’incredibile somiglianza, che avevo percepito inconsciamente ma alla quale non volevo credere). Quinto ha un viso tondo che mal si adatta al lattice applicato per farlo sembrare decrepito e questo genera un effetto spesso ridicolo. L’unico davvero efficace tra gli interpreti è forse Ólafur Darri, attore noto in Islanda, nella parte del grasso “servo” del vampiro.
Per quanto riguarda il curriculum “di genere” degli attori, Virginia Kull ha già esperienza di telefilm horror-thriller avendo partecipato a Mr. Mercedes, Twin Peaks: il ritorno e The Following. Zachary Quinto, da parte sua, era già apparso in un paio di stagioni di American Horror Story.

La Rolls Royce e Charlie Manx (Zachary Quinto) nella serie tv “NOS4A2”

La serie tv accentua rispetto al libro il ruolo della Rolls Royce, cambia l’età della protagonista e finisce dove, sostanzialmente, il romanzo inizia, con Charlie Manx in ospedale che si risveglia. Alla fine della serie sappiamo che Vic è incinta e quindi si prepara una possibile seconda stagione ispirata al proseguo del romanzo (se la mediocre accoglienza della prima stagione lo consentirà), dove il vampiro rapisce il figlio della ragazza.
I momenti più inquietanti, che potrebbero far riflettere uno spettatore abbastanza acuto, sono nei dialoghi in cui Manx spiega di rapire bambini per sottrarli a genitori incapaci e crudeli: una sottile demolizione della famiglia (non solo americana) che provoca immediata simpatia per il vecchio vampiro.

Vampiri a fumetti: Carlo Peroni

Disegno di Carlo Peroni (da “Psyco” n. 3)

Nel panorama del fumetto italiano di vampiri un posto di riguardo spetta a Carlo Peroni (1929-2011), grande disegnatore e fumettista a volte noto come Perogatt.
Il primo vampiro di Peroni, in chiave comica, compare nelle strisce di “Zio Boris”, avviate sulla mitica rivista “Horror” (prima serie pubblicata dal dicembre 1969 al novembre 1971), e in seguito riprese con disegni di Daniele Fagarazzi. Era una versione all’italiana della Famiglia Addams, dove accanto a uno pseudoDracula (Drak) e a una pseudoMorticia (Bloody Mary) c’era un licantropo, un mostro di Frankenstein, un fantasma, un teschio parlante e una “cosa” misteriosa.

Il “cast” di Zio Boris (da “Horror” n. 3)

I vampiri di Zio Boris riappariranno anche in versione edulcorata per “Il Corriere dei Ragazzi”.

Zio Boris da “Il Corriere dei Ragazzi”

Qui un’altra pagina, dal numero 1 di “Horror”, con una ulteriore rielaborazione comica del vampiro da parte di Peroni.

da “Horror” (n. 1)

Sulla stessa rivista “Horror” Peroni firmò anche una suggestiva locandina per Nosferatu, pubblicata in apertura di un adattamento a fumetti del film di F. W. Murnau con testi di Alfredo Castelli – Marco Baratelli e disegni di Gianni Grugef.

Disegno di Carlo Peroni da “Horror” (n. 4)

I vampiri di Peroni ritornano poi nel 1970 su “Psyco”, rivista nata come spin-off di “Horror”, con l’attiva presenza di firme della testata capostipite, da Alfredo Castelli a Pier Carpi.

Copertina del n. 4 di “Psyco” con Vlad Drakul / Nosferatu

Di “Psyco”, nonostante dichiarasse di vendere 20mila copie, uscirono solo sei numeri, tutti con copertine di Peroni e fumetti, tra gli altri, di Bonvi (con testi di Francesco Guccini), Guido Buzzelli e dello stesso Peroni. Due i personaggi vampireschi proposti da Peroni in “Psyco”. Il primo appariva nella striscia umoristica “Casimiro vampiro crumiro” che tentava una fievole satira politica sui conflitti sociali dell’epoca e riproponeva nel tratto il vampiro di “Zio Boris”.

da “Psyco” n. 3

Su “Psyco” Peroni propose soprattutto la straordinaria serie horror a fumetti “Van Helsing detective del soprannaturale”. Su testi di Baratelli – Castelli, seguivamo le avventure di Van Helsing, dal volto che sembrava un mixaggio di Peter Cushing e Christopher Lee in una sola persona. Il suo avversario era Vlad Drakul, dalle fattezze identiche a Nosferatu. Le storie puntavano molto sull’occulto, la magia nera e i temi classici lovecraftiani e vittoriani (Jack lo Squartatore, per esempio). Sono solo 5 le avventure di Van Helsing pubblicate da “Psyco”, ma il fumetto resta un esempio eccezionale e innovativo, dalle grosse scritte che occupano gran parte delle pagine, al montaggio ardito delle tavole, all’ibridazione di argomenti goticheggianti. Anticipatore, tra l’altro, il ruolo da protagonista assegnato al vampirologo Van Helsing, ben prima che Hollywood effettuasse la stessa operazione.

da “Psyco” n. 1

Carlo Peroni, nel lontano 1971, durante le “3 giornate del fumetto” a Genova, mi dedicò una caricatura con il suo classico “Drak/Casimiro”, che qui riproduciamo per la prima volta.

Vampirismi d’arte / 1

Le foto horror di Joshua Hoffine.

Un mix di trucchi, pupazzi e oggetti o persone reali caratterizza le fotografie inquietanti di Joshua Hoffine, nato in Kansas nel 1973. Al suo repertorio di orrori non potevano mancare i vampiri, come dimostra questa scelta tra le sue opere.

“Nosferatu”
Bozzetto preparatorio per “Nosferatu”
“Nosferatu Portrait”
“Vampire Portrait”
“Vampire Baby”

Hoffine ha girato anche un delizioso cortometraggio (interpretato da sua figlia Chloe), con un vampiro / uomo nero (Bob Barber). Per vedere i circa quattro minuti del corto, clicca sull’immagine qui sotto.

Bob Barber, interprete di “Black Lullaby”

VAMPIRE NEWS

Due nuovi “Nosferatu” che (forse) vedremo in futuro.

Sono in lavorazione due nuovi “Nosferatu”. Il primo dovrebbe essere diretto dal regista americano Robert Eggers che ha esordito nel 2015 con The Witch. Nello stesso anno Eggers aveva annunciato che avrebbe scritto e diretto un remake di Nosferatu e l’annuncio è stato ribadito nel 2017. A interpretare il remake è stata chiamata la giovane attrice Anya Taylor-Joy, star di The Witch.


Anya Taylor-Joy in The Witch (2015).


Il remake di Nosferatu è però in lista d’attesa, dato che Eggers si è dedicato a The Lighthouse, con Robert Pattinson e Willem Dafoe, presentato a Cannes nel maggio 2019. Eggers al liceo aveva curato la regia di una rappresentazione scolastica di Nosferatue considera il film di Murnau l’ispirazione della sua carriera cinematografica. Ma per ora il progetto del suo Nosferatu è ancora molto lontano dal concludersi.
Più probabile una distribuzione del secondo remake, quello diretto da David Fisher con Doug Jones nel ruolo del vampiro. Jones è stato, tra l’altro, la creatura anfibia di La forma dell’acqua – The Shape of Water (2017) di Guillermo del Toro.


Doug Jones al trucco per La forma dell’acqua – The Shape of Water (2017)

Questo Nosferatu sarà un “remix” più che un remake: è stato girato al 70% con fondali verdi sui quali erano proiettate immagini del film di Murnau, rielaborando poi in post produzione con tecnologia CGI. A parte qualche arredo e le porte, tutto è stato affidato a effetti digitali. Il makeup di Mike Elizalde della Spectral Motion applica protesi al volto e alle mani di Jones, accentuandone le fattezze magrissime.
Il destino distributivo del film è incerto. Dopo tre anni di lavorazione, nel novembre 2018 sembrava che dovesse essere distribuito a breve dalla società malese United Studios, ma attualmente non sono previste date sicure.

Poster pubblicitario per il Nosferatu con Doug Jones

Le tre morti di Nosferatu

La morte di Nosferatu, a partire dal film di F. W. Murnau del 1922, ha già tre versioni. Quella, appunto, di Murnau, quella di Nosferatu principe della notte (1979) di Werner Herzog e quella di L’ombra del vampiro (2000) di E. Elias Merhige. In attesa di altre due versioni imminenti, di cui parleremo in un successivo post, ecco le immagini delle tre morti di Nosferatu. La prima con musiche eseguite dagli Art Zoyd, le altre due con una scelta singolare effettuata da un utente di YouTube che ha utilizzato come colonna sonora brani di Henri Dutilleux, Krzysztof Penderecki e Alban Berg.

Da “Nosferatu il vampiro” (1922)
Da “Nosferatu principe della notte” (1979)
Da “L’ombra del vampiro” (2000)

Dracula in fabbrica

E’ da poco riemerso uno sconosciuto film amatoriale italiano del 1969, Nosferatu 70. Nel luglio 2018 il film è stato proiettato nella chiesa di Borgo S.Pietro a Ferrania (dove vennero girate alcune scene). A ricordare i tempi andati (e il lavoro in loco ormai sparito) si sono ritrovati tanti cittadini e molti di coloro che parteciparono alle riprese di Nosferatu 70.

Il poster per la proiezione di “Nosferatu 70” (1 luglio 2018)

Ferrania, frazione di Cairo Montenotte, in provincia di Savona, era sede allora della Ferrania, celebre ditta acquistata dagli americani che produceva pellicole fotografiche e fotocamere, dando lavoro a circa 5000 persone. Oggi la cittadina subisce le conseguenze della fine di ogni attività produttiva della ex Ferrania (sopravvive solo una linea di pannelli solari), molti tirano avanti con la cassa integrazione, le case dove abitavano i dipendenti sono in stato di abbandono e la decadenza ha colpito pesantemente l’edificio dell’ex dopolavoro.
Il regista di Nosferatu 70 era un estroso dirigente della Ferrania, Alberto Guzzi. Già campione italiano di salto triplo, chimico, era appassionato di cinema e soprattutto di vampiri. Decise così di coinvolgere la sua azienda e gli abitanti di Ferrania per girare Nosferatu 70. Tutto il paese collaborò al film, soprattutto dirigenti e dipendenti dell’azienda chimica, con i loro figli. Bruno Occhetto, un altro dirigente della Ferrania, era l’operatore alla cinepresa 8mm, mentre Gizzi stesso interpretava il vampiro del film.

Un fotogramma da “Nosferatu 70”


Muto con didascalie, in bianco e nero, il film univa situazioni tipiche del cinema horror a siparietti apertamente comici. La trama inventa la storica presenza di un vampiro nei boschi di Ferrania e segue il ritorno di Nosferatu nel paese. Il vampiro ha un servo gobbo, morde belle fanciulle e dorme in un armadio della sacrestia di Borgo S.Pietro (gentilmente offerta per le inquadrature dal prete di Ferrania). Ma, al modo del film Hanno cambiato faccia di pochi anni dopo (1971), lo si vede anche come dirigente d’azienda mentre entra alla Ferrania in giacca, cravatta e valigetta 24 ore.
Nel 1969, anno di grandi conflitti sociali (ma anche della prima apparizione nelle edicole italiane del fumetto “Jacula”), una fabbrica ha quindi ospitato la visita di Nosferatu. Altri tempi, quando attorno alla fabbrica si creavano legami sociali e si viveva uno spirito di comunità. Persino nel nome dei vampiri.
Qui sotto una sintesi del film offerta dal sito web del quotidiano ligure “Il Secolo XIX”.

Una sintesi di “Nosferatu 70” dal sito di “Il Secolo XIX”

Musica vampira / 2

Il rock vampiresco ha trovato più volte ispirazione in Nosferatu, il film di F. W. Murnau del 1922. Qui di seguito tre esempi. Il primo è il video ufficiale del brano “Nosferatu” (2011) di Wise Blood, alias Christopher Laufman, vocalist di Pittsburgh. Segue un video, con immagini dal film di Murnau, del gruppo metal turco Saints ‘N’ Sinners. Il titolo è “Max Schreck” (2013), in omaggio all’interprete del vampiro in Nosferatu. A chiudere un recentissimo video ufficiale per “Cardinal”, dall’album Deconstruction (2019) di Sef Lemelin, già chitarrista per la band canadese “alternative rock” Your Favorite Enemies.